Torino contro Milano. Semplificando al massimo la questione, si potrebbe sintetizzare così, con l’ennesimo confronto tra i due capoluoghi. Stavolta l’oggetto del contendere è una porzione delle Olimpiadi del 2026. Riassumendo: Torino, per la miope decisione dell’amministrazione Appendino, ha rinunciato anni fa a essere della partita insieme a Milano e Cortina, che poi si sono candidate e si sono aggiudicate la prossima edizione dei Giochi invernali in programma tra meno di tre anni.
Torino però può rientrare dalla finestra perchè ci sono le gare di pattinaggio di velocità che cercano una casa.
La sede prescelta nel progetto iniziale di Mi-Co era Baselga di Piné, cittadina trentina che però ha fatto un passo indietro per gli alti costi di realizzazione del nuovo palazzetto ad esse dedicato. Così è partita l’offensiva torinese guidata dal tandem Comune-Regione Piemonte: il sindaco Stefano Lo Russo e il presidente Alberto Cirio, ormai alleati di ferro sul terreno dell’attrazione dei grandi eventi, hanno offerto l’Oval, l’impianto del Lingotto che ha ospitato il pattinaggio in pista lunga nel 2006 e che è una delle eredità dei Giochi. Con la rinuncia di Baselga, quella torinese èdiventata l’opzione più gettonata, se vogliamo lo sbocco naturale. Per diverse ragioni: l’Oval è già pronto, è facilmente raggiungibile e soprattutto necessita soltanto di un maquillage i cui costi sono decisamente ridotti rispetto a qualsiasi altro progetto alternativo da realizzare da zero.
La partita però è diventata anche, se non in maggior parte, politica. Con il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, deciso a far di tutto pur di trattenere a Milano le gare, già in campagna elettorale e anche adesso che è stato confermato al Pirellone, e l’omologo del Veneto, Luca Zaia, che cerca un jolly per la sua regione. Entrambi, inoltre, fanno leva sulla rinuncia decisa da Appendino anni fa per opporsi al rientro di Torino. Chi contro l’Oval, dunque? Milano è pronta a giocarsi un padiglione della Fiera di Rho; il Veneto punta sul Motovelodromo trevigiano di Spresiano o, in alternativa, sulla Fiera di Verona.
Scelta e costi
La soluzione del caso è vicina: il 21 marzo la terza riunione della Cabina di regìa di Milano-Cortina, in programma a Roma, dovrà, a meno di sorprese, compiere la scelta definitiva. Tutto ruota intorno ai costi dei vari progetti. Proprio l’aspetto economico è il discrimine principale, visto che questo tema ha già fatto tramontare il progetto di Baselga. Il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, ha assicurato che «sarà scelta la soluzione più sostenibile dal punto di vista economico e ambientale».
Con questa linea guida, Torino sarebbe in pole position visto che per rimettere in funzione l’Oval servirebbero tra i 5 e i 10 milioni al massimo per sistemare la pista, riparare le serpentine eventualmente danneggiate, verificare l’impianto per fare il ghiaccio e rifare l’impianto di illuminazione che non è a led; aggiungendo poi gli allestimenti olimpici (tribune, recinzioni, broadcasting, sala stampa). C’è poi un vantaggio logistico, con il ruolo fondamentale della stazione Lingotto per far arrivare i treni ad alta velocità, e una possibilità di utilizzo post-olimpico cui sta lavorando la Regione per far vivere l’impianto tutto l’anno con ghiaccio, atletica indoor e fiere all’interno di un calendario condiviso.
Costruire l’anello alla Fiera di Rho, invece, costerebbe dai 20 ai 30 milioni, secondo i rumors comporterebbe alcune criticità: interventi strutturali ingenti sui padiglioni interessati e l’utilizzo di una pista di ghiaccio temporanea che non incontra i favori del Comitato olimpico internazionale - cui spetta, è bene ricordarlo, l’ultima parola per avallare la scelta delle sedi delle gare olimpiche - perchè non garantisce l’uniformità del ghiaccio. Stesse riserve riguardano Spresiano e la Fiera di Verona. Per il Cio i cambi di sede non sono una novità, come dimostrano le recenti edizioni dei Giochi; piuttosto il suo impegno è rivolto alla sostenibilità della manifestazione, in termini economici e di legacy.
«L’Oval è la sede naturale per ospitare le gare di pattinaggio di velocità; la nostra proposta è economicamente la migliore e si va a collegare con un discorso di legacy», conferma l’assessore regionale piemontese allo Sport, Fabrizio Ricca. Basterà?
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