Sei italiani su dieci non credono all’inflazione che rallenta, temono che i prezzi aumentino ancora. Con tutte le conseguenze del caso: prima fra tutte il rinviare i grandi acquisti. Anche se poi si farà un’eccezione per il black Friday dove si ipotizza una spesa media tra i 180 e i 230 euro. Ma si tratta di one shot. D’altronde soltanto 33 su cento sono convinti che nel 2024 la loro situazione economica migliorerà. E’ la fotografia che emerge da “Consumer signals”, l'osservatorio periodico di Deloitte sulle tendenze dei consumatori.
Non mancano piccoli segnali positivi, almeno nel confronto mese su mese, anche se le variazioni sono davvero minime. Nel dettaglio in ottobre sono scese le quote sia di chi teme di non riuscire a pagare a breve termine (in settembre il 28%, ora il 27%) e di chi è preoccupato per i propri risparmi (in settembre il 51%, a ottobre il 50%). Rimane però l'incertezza di fondo, figlia della situazione economica globale che impatta sulla propensione media al consumo: secondo il rapporto, in ottobre il 53% degli italiani (“% in più rispetto a settembre) ha ritardato i grandi acquisti. Scende di un punto e arriva a 60 la percentuale di chi teme un aumento di prezzo degli articoli di uso più frequente. Di pari passo continua il trend di decrescita all'acquisto di beni più discrezionali. E la spesa diminuisce in tutte le categorie, con un’unica eccezione: i viaggi. Gli italiani non rinunciano alle vacanze sia pure con una maggior propensione al risparmio. D’altronde l'aumento dei prezzi di carburanti, delle bollette e del carrello della spesa convincono i consumatori a evitare eccessi. Uno spiraglio arriva dall'indice di benessere economico italiano, che si rivela essere più alto della media globale: è in crescita la percentuale di chi dichiara un miglioramento della situazione economica personale rispetto al 2022. E pur sempre qualcosa.
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