A metà degli anni Ottanta la scelta del testimonial giusto ha rivoluzionato il mondo delle sneakers, sconvolgendo all'improvviso e inaspettatamente report di vendita e strategie aziendali. E ha aperto una strada nuova, quella del prodotto legato a un volto. Adesso raccontata al cinema. Con successo. E' il film del momento su molti mercati a cominciare naturalmente da quello americano - almeno a livello di dibattito e attenzione mediatica dato che negli incassi il cartoon "Supermario Bros." è imbattibile, persino in Cina - si intitola "Air -La storia del grande salto" diretto da Ben Affleck e da lui anche interpretato con Matt Damon, Jason Bateman, Viola Davis.

Quell'accordo del 1984 con la matricola Nba

Il film ricostruisce in centoundici minuti di immagini - splendida la fotografia del tarantiniano Robert Richardson - lo storico accordo tra la Nike e l'allora giovane matricola Nba di nome Michael Jordan per una scarpa a lui intitolata. All'epoca, era il 1984, non esistevano le sneakers firmate dai campioni del basket e l'azienda americana con sede a Beaverton, vicino a Portland in Oregon, con questo contratto s'incamminò su una strada fino a quel giorno sconosciuta. In quel periodo nel settore delle scarpe da basket dominava la Converse con il 58 per cento del mercato grazie a testimonial star quali Magic Johnson e Larry Bird, l'Adidas era al 28 per cento mentre la Nike era soltanto al 14 e il reparto relativo alla pallacanestro era vicino alla chiusura. Ci voleva una svolta e il trasandato Sonny Vaccaro, a capo del marketing, chiese di destinare l'intero budget a sua disposizione, cioè 250 milioni di dollari, a un solo giocatore ("Tutti i soldi diamoli a lui" disse nella riunione in cui convinse i dirigenti sulla fattibilità dell'operazione) invece che suddividerlo su più atleti: il talento su cui puntava era un certo Michael Jordan che aveva scoperto vedendolo giocare dal vivo e attraverso le videocassette televisive. Il giovane Michael era ambìto dai grandi marchi e già sul punto di firmare il contratto milionario con la concorrenza ma Sonny Vaccaro riuscì nell'impresa di convincerlo, soprattutto grazie all'idea di avvicinare i genitori per indurli ad accettare per il figlio la proposta targata Nike.

La cover del film "Air, il grande salto"

La sceneggiatura di "Air" reca la firma di Alex Convery, nel 2021 era entrata nella celeberrima black list statunitense delle dieci migliori sceneggiature non prodotte finchè finalmente nell'aprile 2022 viene acquistata da Amazon Studios al fine di essere trasferita sul grande schermo per mano degli amici nonchè autori del pluripremiato "Will Hunting" Matt Damon e Ben Affleck, con quest'ultimo anche regista. Ovviamente per realizzarlo era necessario il consenso di Michael Jordan, il quale si è subito detto disponibile a dare l'avallo all'operazione ma pretendeva l'attrice Viola Davis nel ruolo della madre del campione altrimenti il progetto svaniva. E per fortuna della produzione la Davis ha accettato la parte e dimostra con la consueta mirabile interpretazione di essere stata la scelta idonea al personaggio.

In due settimane il film ha già incassato nel mondo circa 70 milioni di dollari, numerosi i mercati su cui deve ancora approdare. A livello di pubblico "Air" riesce a catturare l'attenzione dei giovani dato che il marchio Nike è in questi anni ai vertici del mercato mondiale di scarpe con i suoi modelli che variano addirittura tra una nazione e l'altra e dei quarantenni e cinquantenni cresciuti ammirando le gesta sul parquet di Michael Jordan in Nba, campione soprannominato per le qualità atletiche Air Jordan e MJ.

Michael Jordan in azione: oggi il campione ha sessant'anni

Curiosamente pochi giorni prima dell'uscita nei cinema americani del film un paio di scarpe sportive di Michael Jordan, autografate e indossate dal campione dei Chicago Bulls nel 1998 durante le finali Nba, hanno raggiunto la cifra record di 2 milioni e 200 mila dollari diventando le sneaker più preziose mai vendute secondo la casa d'aste Sotheby's. La partita in cui MJ le indossava vedeva i Bulls contro gli Utah Jazz, Jordan segnò 37 punti portando vittoria la sua squadra e alla fine donò le sue scarpe a raccattapalle dei Jazz.