E qui arriva il bello. La decisione europea di annullare la generazione di debito mette un cappio alle opzioni politiche. In futuro - per una spinta demografica che non può essere arrestata - le spese per sanità e pensioni cresceranno. In assenza di deficit pubblico, o le succitate spese sono messe sotto controllo, o si alzano le imposte. Siccome si ha un limite all'innalzamento delle imposte perché sono già alte, ecco che le spese saranno frenate. Con le decisioni prese ultimamente nel breve termine probabilmente avremo una contrazione (a meno che torni la fiducia), ma nel più lungo termine avremo un debito pubblico sotto controllo.

Opposto è il caso statunitense. Nel lungo termine avranno - anche loro per la dinamica demografica - un bilancio pubblico fuori controllo, ma nel breve hanno una maggior domanda (anche in presenza di modesta fiducia). Ossia, gli statunitensi dovranno agire domani per controllare la dinamica del debito pubblico.

Quale tra le due opzioni è la migliore? Il lungo termine che è inghiottito nel breve (caso Europa), oppure la politica dei due tempi (prima cresco e poi mi risano)?

Si possono sostenere entrambe le tesi con buoni argomenti. Per non farla lunga, possiamo dire che l'opzione europea assume che i mercati finanziari siano lungimiranti – ossia che ragionino sui decenni – mentre quella statunitense e inglese assume che siano miopi – ossia che siano interessati soprattutto al breve termine.

Infine, c'è un punto politico. La presenza di elettorati diversi nel caso dell'Europa è stato oggi la discriminante della decisione se seguire il modello della balena o quello dell'orso. I debiti pubblici in crescita metterebbero in difficoltà la Germania, se essa fosse la garante dei debiti pubblici dei paesi terzi lasciati correre nel breve termine. Ossia, le politiche espansive nei paesi in crisi farebbero crescere il loro debito, che sarebbe rifiutato dai mercati avversi al rischio. Per evitare una crisi del debito pubblico europeo e quindi dell'euro, la Germania dovrebbe garantire il debito altrui.

Un'opzione difficile da vendere al suo elettorato.

Nota dottrinale: non è detto che l'espansione dei bilanci pubblici necessariamente peggiori le cose, ma nessuno in campo politico è disposto a scommettere che sia così. E dunque che sia vero o meno in punto di teoria non rileva (5).

(1) http://it.finance.yahoo.com/q/bc?s=%5ESTOXX50E&t=5y&l=on&z=l&q=l&c=%5EDJI

(2) http://it.finance.yahoo.com/q/bc?s=%5EFTSE&t=5y&l=on&z=l&q=l&c=%5EDJI

(3) http://www.centroeinaudi.it/articoli/commenti-economiacentroeinaudiit-98/1361-la-scelta-europea-e-quella-statunitense.html

(4) Christina D. Romer, What do we know about the effects of fiscal policy? Separating evidence from ideology, Hamilton College, November 7, 2011.

(5) http://www.centroeinaudi.it/articoli/commenti-economiacentroeinaudiit-98/1378-monti-fra-keynes-e-i-liberisti.html