1. La polarizzazione dell’elettorato e la necessità di rivolgersi contemporaneamente sia al centro che all’ala sinistra del partito comporta delle difficoltà oggettive per Barack Obama. Se si rivolge troppo al centro si aliena la sinistra, ma se fa il contrario si aliena gli indecisi.

A queste difficoltà si aggiunge ora l’incidente in cui il presidente è incorso durante il dibattito con Mitt Romney.

Attendendosi un contendente meno abile e combattivo di Romney, Obama è stato preso in contropiede da una manovra messa in atto dal candidato repubblicano. Romney si era schierato a destra per tutto il corso delle primarie, dando l’impressione agli strateghi democratici che una volta giunto ai dibattiti sarebbe apparso troppo conservatore agli occhi degli indecisi. Ma non appena girata l’ultima boa prima dei dibattiti, il contendente repubblicano si è rapidamente buttato al centro, spiazzando Obama che evidentemente non se lo aspettava.

Romney ha in effetti delle impeccabili carte centriste. Quando era governatore dello stato del Massachusetts, mise in atto una riforma sanitaria molto simile a quella di Obama. È per questo motivo che durante le primarie Romney si era spostato a destra, per far dimenticare agli elettori repubblicani quanto poco conservatore fosse stato il suo passato politico. Se Romney è apparso a molti come un 'flip-flopper' è proprio in seguito alla manovra a destra.

Una volta passata l'ultima boa prima dei dibattiti, Romney ha messo in atto un'altra manovra, questa volta a sinistra per spostarsi verso il centro.

2. A giudicare dagli ultimi sondaggi, che lo danno in ripresa su Obama se non addirittura in vantaggio, questa seconda manovra è stata un successo. Se non fosse per il fatto che ora Romney rischia di perdere la destra massimalista del partito, che già non lo aveva gradito molto durante le combattutissime primarie. Romney evidentemente conta sul fatto che pur di sconfiggere l'odiato Obama la 'destra morale' continuerà a voler votare per lui. Ma allo stato degli atti, quella che era la difficoltà di Obama è ora anche la sua. Se si rivolge troppo al centro perde la destra del partito e viceversa.

Se la politica è davvero l'organizzazione dei risentimenti come sosteneva Henry Adams, l'odio per Obama terrà insieme il Grand Old Party. Se l'elettore di destra dovesse invece valutare negativamente i continui spostamenti di Romney per meglio posizionarsi di volta in volta, c'è il rischio che qualcuno si disaffezioni ad un candidato davvero disposto a tutto pur di giungere alla Casa Bianca.


3. Queste elezioni si giocheranno dunque sul filo di un elettorato diviso a metà e verranno decise dagli indecisi all’ultimo momento e sull’onda di chissà quale spinta finale. La partita  è dunque aperta e non si escludono colpi di scena.