A partire dal 2006 in avanti ecco che il problema del debito emerge. Il debito pubblico cresce, soprattutto dal 2008, perché aumentano le uscite (come i sussidi di disoccupazione) e cadono le entrate fiscali. Ossia aumenta il deficit - negli Stati Uniti arriva a lambire il 10% del PIL - che sostiene la domanda, attraverso il sostegno della spesa per i consumi dei meno abbienti. Infatti, gli investimenti (soprattutto quelli nell'edilizia) sono flessi molto e le esportazioni nette non crescono abbastanza. Insieme alla spesa maggior pubblica netta (il deficit) che alimenta il debito pubblico aumenta anche l'intervento della Banca Centrale. Prima, nel 2009, perché compra le obbligazioni con in pancia i mutui ipotecari, il Quantitative Easing I; poi, nel 2010, perché compra il debito pubblico, il Quantitative Easing II. Facendo bene i conti, per includere chi ha rinunciato a cercare lavoro e chi ha un lavoro solo precario, la disoccupazione negli Stati Uniti è superiore al 15%. Guardando a casa nostra, anche l'Italia ha un tasso di disoccupazione intorno al 19%, se si includono la cassa integrazione e coloro che si autoescludono dalla forza lavoro, ma che lavorerebbero se ne avessero l’opportunità.
A tre anni dalla scoppio della crisi, si riscontra negli Stati Uniti un maggior debito pubblico, un debito privato che è diminuito ma non molto e un bilancio (lo stato patrimoniale) della Banca Centrale che è cresciuto moltissimo per assorbire le obbligazioni private e pubbliche. Infine, abbiamo un tasso di disoccupazione elevato. Non proprio una bella combinazione. In sostanza, gli Stati Uniti resteranno sull’orlo del double dip fino a che non riusciranno ad avere una ripresa che si autoalimenta, cosa che non è ancora accaduta. Una situazione (potenzialmente) non molto diversa si ha nell'Europa dell'euro, soprattutto da quando gli Stati e la Banca Centrale hanno deciso di intervenire a sostegno dei paesi maggiormente in difficoltà e delle banche.
Per tornare ad avere dei debiti (pubblici e privati) gestibili bisognerà fare qualcosa. Alcuni Paesi hanno un indebitamento complessivo molto alto come l'Irlanda, il Portogallo, la Grecia, e la Spagna. Altri un indebitamento complessivo relativamente basso, come la Germania, la Francia, e anche l'Italia. Altri ancora hanno un indebitamento intermedio fra quelli dei paesi europei messi peggio e messi meglio, come gli Stati Uniti e la Gran Bretagna.
L’Italia, facendo bene i conti, è assai più simile a Francia e Germania che ai PIGS, cui è spesso associata.
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