La prima cosa che ha fatto Camilla Seibezzi una volta nominata delegata del Sindaco di Venezia ai Diritti Civili e alle Politiche contro le discriminazioni è stata chiedere la modifica di un modulo comunale in cui si indicava, prima al padre e poi alla madre, di firmare per chiedere l’ammissione del proprio figlio/a alla scuola materna. Invece di “padre” e “madre”, Camilla, che è madre insieme alla sua compagna di una splendida bambina, ha proposto di mettere “genitore.” Subito è partito il tam-tam mediatico. Ecco nascere il mito di “genitore 1 e genitore 2”. Sarebbero questi gli eufemismi che avrebbero sostituito “padre” e “madre”. Invece non è vero. I numeri 1 e 2 non sono mai esistiti. Eppure non c’è stato verso, e continuano a essere scritti articoli che implacabilmente fanno dell’ironia sulla cosa, e questo per due motivi. Partiamo dal primo.
1. I giornali italiani non si curano più del fact checking. È tutto un copia incolla. Mi è dispiaciuto di recente dover contestare un plagio a un aspirante redattore di questo periodico. Gli ho fatto notare che interi paragrafi del suo articolo comparivano su wikipedia e almeno altri due siti d’informazione italiana. Invece di sprofondare dalla vergogna, l’aspirante redattore mi ha fatto notare che si fa così. Il fatto stesso che pezzi del suo articolo comparivano anche su altri siti ne era la prova. Anche loro avevano preso liberamente da wikipedia. Quindi dopo che un giornale, o un'agenzia di stampa, avevano lanciato la notizia che “padre” e “madre” erano stati sostituiti da “genitore 1” e “genitore 2”, a giro di copia e incolla sono partiti tutti. Nessuno ha sentito il bisogno di chiedere lumi all’interessata.
Sono molte le insidie di un ciclo giornalistico in tempo reale. Una di queste è proprio l’impossibilità di verificare autonomamente le notizie in tempo per battere la concorrenza. Si presume che ogni notizia sia vera, fino a prova contraria. Se qualcuno dice che oggi sui moduli per l’iscrizione dei fanciulli alla scuola materna comunale non compariranno più “padre” e “madre” ma “genitore 1” e “genitore 2”, sarà vero. Se non è vero, pazienza. Mal comune, mezzo gaudio. La permanenza apparentemente eterna delle notizie in rete complica notevolmente le cose, ma con il tempo la notizia vera dovrebbe vincere sulla notizia falsa. Dovrebbe. Ma non è stato così per “genitore 1 e genitore 2”. E veniamo al secondo motivo, il perché del persistere di questo errore.
2. Spesso le notizie false fanno gioco. È nella natura delle cose, e la storia del giornalismo ne è la prova. Se non proprio fabbricata, una notizia tendenziosa, una imprecisione, una svista, possono far gioco a qualcuno. “Genitore 1 e genitore 2”, invece, spesso allietano gli strali dei giornalisti conservatori che reputano ogni operazione di pulizia della lingua dal pregiudizio come ridicole operazioni di political correction. Se Camilla Seibezzi avesse davvero proposto di sostituire “padre” e “madre” con “genitore 1” e “genitore 2” allora sì che ci sarebbe stato da ridere. Ma non c’è proprio nulla di divertente nell’avere una figlia con la propria compagna e dover scrivere il proprio nome accanto alla dicitura “padre”.
“Genitore 1 chiama genitore 2, la pappa e pronta!” Questa è la vita familiare che certi conservatori si immaginano per chi non è abbastanza intelligente da pensarla come loro. Fa comodo ridicolizzare ciò che non si apprezza, magari per mascherare ciò che non si capisce. Poco importa se il termine “genitore” oltre a essere innocuo non offende proprio nessuno.
3. Il ciclo continuo delle notizie e il giornalismo in tempo reale pongono problemi etici non da poco alla professione, e quindi alla vita democratica. Soluzioni all’orizzonte non se ne vedono che non siano le solite. Che poi si riducono alla credibilità della testata: alla tenace e inappagabile necessità di far aderire le notizie ai fatti che è poi l’ideale normativo della professione. Per questo Agenda Liberale non intende avvalersi dei servigi chi copia e incolla testi altrui. E per questo, quando trovate qualcuno che ridacchia su “genitore 1 e genitore 2”, potete star certi che costui non ha davvero fatto i compiti per casa, e che la testata per cui lavora non vale il tempo che gli state dedicando.
Ps. Purtroppo nel frattempo Camilla Siebezzi è diventata il bersaglio polemico della nuova destra dei centri sociali ricevendo offese e minacce sempre più pesanti. E questo per aver proposto di sostituire “padre” e “madre” con due caselle identiche chiamate “genitore”. Che cosa ci sia di sbagliato nel termine “genitore” risulta incomprensibile anche alla luce del più zelante rispetto della tradizione.
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