Segnaliamo a chi crede che la ripresa sia ormai in corso, e perciò ha paura di «perdere il treno», che, secondo i dati pubblicati ieri dalla Commissione europea (1), il Pil del Vecchio Continente quest’anno fletterà del 4%, per poi non (sic) rimbalzare l’anno prossimo.
Il rimbalzo del Pil nel 2010, in cui molti sperano, secondo i numeri della Commissione europea non ci sarà, anzi è prevista una crescita nulla, pari a –0,1%.
Una ripresa supposta a «V», ossia una caduta veloce seguita da una ripresa veloce, non è ancora «nelle cose». Il mercato azionario forse sta precorrendo i tempi. Questa è una crisi a «U», una caduta veloce con una ripresa lenta. Il Pil 2009 ora è previsto decrescere del 4%, mentre tre mesi fa, a gennaio, era previsto decrescere dell’1,8%. Il Pil 2010 ora è previsto stabile su quello dell’anno prima, –0,1%, mentre a gennaio era previsto crescere poco, ma pur sempre crescere: dello 0,5%.
Dunque si profila una ripresa a «U», per di più con la spesa pubblica espansa per arginare la recessione e salvare il sistema finanziario. Il debito pubblico, secondo la Commissione, dovrebbe passare dal 58,7% del Pil del 2007 al 79,4% del Pil nel 2010, ossia, in tre anni, salire del 20% in rapporto al Pil.
In uno scenario siffatto: a) non si riesce a immaginare come gli utili delle imprese possano essere in solida ascesa; mentre, b) si riescono a immaginare i rendimenti delle obbligazioni in rialzo. I numeri delle altre istituzioni – Fondo Monetario, OECD – non sono diversi.
Una ripresa supposta a «V», ossia una caduta veloce seguita da una ripresa veloce, non è ancora «nelle cose». Il mercato azionario forse sta precorrendo i tempi. Questa è una crisi a «U», una caduta veloce con una ripresa lenta. Il Pil 2009 ora è previsto decrescere del 4%, mentre tre mesi fa, a gennaio, era previsto decrescere dell’1,8%. Il Pil 2010 ora è previsto stabile su quello dell’anno prima, –0,1%, mentre a gennaio era previsto crescere poco, ma pur sempre crescere: dello 0,5%.
Dunque si profila una ripresa a «U», per di più con la spesa pubblica espansa per arginare la recessione e salvare il sistema finanziario. Il debito pubblico, secondo la Commissione, dovrebbe passare dal 58,7% del Pil del 2007 al 79,4% del Pil nel 2010, ossia, in tre anni, salire del 20% in rapporto al Pil.
In uno scenario siffatto: a) non si riesce a immaginare come gli utili delle imprese possano essere in solida ascesa; mentre, b) si riescono a immaginare i rendimenti delle obbligazioni in rialzo. I numeri delle altre istituzioni – Fondo Monetario, OECD – non sono diversi.
(1) http://ec.europa.eu/economy_finance/publications/publication15048_en.pdf
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