C’è chi scende in piazza, come i greci, ché la crisi si fa sentire con un piano d’austerità insostenibile e, tra rischio bancarotta, rischio spezzatino – «vendetevi le isole», hanno tuonato i tedeschi, e i cinesi sono lì pronti a gustarsi il boccone più succulento, dal Pireo ai cantieri navali (1) – e rischio rivolta sociale, per ora ci si è assestati sul terzo. C’è chi – in modo decisamente meno austero e rabbioso, ma pure l’austerità è una questione di punti di vista – deve fare i conti con le spese da sostenere, mansione mai affrontata e comunque poco chic, ma gli stipendi non sono più quelli di una volta e bisogna un po’ adattarsi.
Vicky Ward ha appena scritto un libro – The Devil’s Casino: Friendship, Betrayal, and the High Stakes Games Played Inside Lehman Brothers – in cui racconta delle casalinghe disperate di Lehman Brothers, che hanno sempre adottato un codice particolare – «ti comprano l’anima, non puoi sgarrare, appartieni a loro», dice una di esse – fatto di una disciplina ferrea, e poi si sono ritrovate, dopo il collasso, a dover ridefinire la vita dell’intera famiglia.
Lo choc finanziario ha cambiato le abitudini di milioni di persone, e se c’è chi urla che il lusso è in pericolo e a St Barth (3) si vedono i segni della crisi più che nel Queens, c’è pure chi va in tribunale a rivendicare i propri diritti: sono i tanti uomini della City che, se non hanno perso il lavoro, si sono visti decurtare gli stipendi prima dalle banche e poi dalla supertassa sui bonus voluta dal governo Brown e che quindi vanno dal giudice a chiedere di poter pagare meno alimenti (4) alle loro esigentissime ex mogli.
Gli avvocati divorzisti hanno registrato un aumento del 40 per cento delle richieste di cambiare i termini degli accordi presi prima dello choc del 2008, perché le situazioni sono cambiate – soprattutto i bonus, a dimostrazione del fatto che – per la maggior parte della gente che lavora nel settore – il bonus è parte integrante della remunerazione. Si dice anche che pure i giudici siano diventati più concilianti con i mariti che tornano, mesti, a rifare i calcoli. Non sono più quegli sbruffoni che andavano ai Caraibi a rimorchiare biondone, sono dei ragazzi che hanno perso il lavoro, e già avevano perso la famiglia, forse proprio a causa di quell’ubriachezza lavorativa.
(1) http://www.reuters.com/article/idUSLA27344320081010
(2) http://www.vanityfair.com/style/features/2009/09/tom-wolfe200909
(3) http://www.vanityfair.com/magazine/2009/01/wall_street200901-2
(4) http://www.ft.com/cms/s/0/4671ef0c-2ba9-11df-a5c7-00144feabdc0.html?nclick_check=1
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