Alla fine la Grecia ha chiesto l’intervento dell’Europa dell’euro e del Fondo Monetario (1). I voli sono bloccati per colpa del vulcano islandese, ma non i voli verso il Sud. Atene è raggiungibile. La richiesta di intervento è un modo per dire che per ora i rendimenti richiesti sono troppo alti. Anche sul versante dei commentatori seri – quelli che non scrivono solo per suscitare transazioni – si discute dei passi a venire. Il Portogallo sembra essere il prossimo paese che dovrà in qualche modo venir soccorso (2), mentre si discute sempre più frequentemente della tenuta dell'unione monetaria europea (3), (3bis). La quale unione questa settimana ha nientemeno che l’onore della copertina (minacciosa) dell’«Economist». Gli apocalittici parlano di debiti e di valute, mentre gli altri osservano perplessi l’ascesa dei corsi delle azioni, che salgono con distacco olimpico: a febbraio la Grecia influenzava negativamente i corsi delle azioni, mentre ora sembra essere diventata un problema senza peso. Segnaliamo che il Fondo Monetario ha alzato il proprio fondo di intervento da 50 a 500 miliardi di dollari senza che la cosa abbia suscitato alcuna curiosità mediatica (4). Insomma, sono tempi difficili (5).

(1)      http://www.ft.com/cms/s/0/b75c2950-489e-11df-9a5d-00144feab49a.html

(2)      http://baselinescenario.com/2010/04/15/the-next-global-problem-portugal/

(3)      http://ftalphaville.ft.com/blog/2010/04/15/203421/the-end-of-the-euro/

(3bis)  http://www.zerohedge.com/article/morgan-stanley-warns-germany-may-decide-secede-emu

(4)      http://www.centroeinaudi.it/notizie/ottimismo-mediatico-e-fondo-monetario.html
  
(5)      http://www.chicago-blog.it/2010/04/15/e-difficile-decidere