La produzione industriale del mondo è più o meno ai livelli precedenti la crisi, ma il commercio mondiale no (1). Che cosa può voler dire, e quali sono le conseguenze per gli investimenti?
Che cosa può voler dire
a) La domanda che sta facendo crescere il Pil mondiale è la domanda interna dei paesi emergenti, più che quella dei paesi occidentali. b) La salita dei prezzi delle materie prime è giustificata. c) La paura dell’inflazione dovrebbe riguardare più le economie emergenti che quelle sviluppate. d) I deficit pubblici dei paesi sviluppati non stanno rientrando da soli, grazie alla ripresa, e non lo faranno nell’immediato. Ci aspettiamo manovre economiche restrittive in Europa e negli Stati Uniti. e) La paura di inflazione da domanda dovrebbe riguardare i paesi emergenti, mentre quelli sviluppati fronteggiano l’inflazione da costi. f) Mentre la crescita delle economie sviluppate traina quella delle emergenti, non accade l’inverso. Perciò la ripresa non si propagherà automaticamente in Europa e negli Stati Uniti.
Le conseguenze per gli investimenti
a) I tassi a breve potrebbero rialzarsi nei paesi emergenti prima che nei paesi sviluppati, dando forza alle monete emergenti rispetto a euro e dollaro. b) I rendimenti delle obbligazioni a lungo termine potrebbero salire sia nei paesi sviluppati sia in quelli emergenti. Nel primo caso perché la ripresa mancante non migliorerà il rating dei titoli, nel secondo caso per incorporare la crescita futura dei tassi a breve a causa della politica monetaria più stringente. c) I rendimenti sulle obbligazioni lunghe dei paesi sviluppati con bilanci pubblici in ordine potrebbero restare più o meno costanti. d) Europa e Stati Uniti hanno la scelta se fare o non fare manovre fiscali restrittive. Non farle, aspettando la ripresa, potrebbe solo aggravare la situazione (perché la Cina non traina l’Europa, per esempio), e quindi probabilmente le faranno. e) L’effetto sulle borse di questo scenario è ambiguo. Andranno meglio i titoli globali delle società esposte alla crescita nei paesi emergenti, perché beneficeranno di due effetti (il cambio e gli utili); andranno così così i titoli locali dei paesi emergenti, perché la loro crescita dovrà essere scontata per il rialzo dei tassi; andranno peggio i titoli locali europei esposti sui mercati europei, perché esposti alla contrazione fiscale e di domanda. f) Euro e dollaro saranno privi di un trend tra di loro fino a che non sarà chiaro se Obama avrà la forza di tagliare il deficit, nel qual caso si rafforzerà il dollaro.
a) La domanda che sta facendo crescere il Pil mondiale è la domanda interna dei paesi emergenti, più che quella dei paesi occidentali. b) La salita dei prezzi delle materie prime è giustificata. c) La paura dell’inflazione dovrebbe riguardare più le economie emergenti che quelle sviluppate. d) I deficit pubblici dei paesi sviluppati non stanno rientrando da soli, grazie alla ripresa, e non lo faranno nell’immediato. Ci aspettiamo manovre economiche restrittive in Europa e negli Stati Uniti. e) La paura di inflazione da domanda dovrebbe riguardare i paesi emergenti, mentre quelli sviluppati fronteggiano l’inflazione da costi. f) Mentre la crescita delle economie sviluppate traina quella delle emergenti, non accade l’inverso. Perciò la ripresa non si propagherà automaticamente in Europa e negli Stati Uniti.
Le conseguenze per gli investimenti
a) I tassi a breve potrebbero rialzarsi nei paesi emergenti prima che nei paesi sviluppati, dando forza alle monete emergenti rispetto a euro e dollaro. b) I rendimenti delle obbligazioni a lungo termine potrebbero salire sia nei paesi sviluppati sia in quelli emergenti. Nel primo caso perché la ripresa mancante non migliorerà il rating dei titoli, nel secondo caso per incorporare la crescita futura dei tassi a breve a causa della politica monetaria più stringente. c) I rendimenti sulle obbligazioni lunghe dei paesi sviluppati con bilanci pubblici in ordine potrebbero restare più o meno costanti. d) Europa e Stati Uniti hanno la scelta se fare o non fare manovre fiscali restrittive. Non farle, aspettando la ripresa, potrebbe solo aggravare la situazione (perché la Cina non traina l’Europa, per esempio), e quindi probabilmente le faranno. e) L’effetto sulle borse di questo scenario è ambiguo. Andranno meglio i titoli globali delle società esposte alla crescita nei paesi emergenti, perché beneficeranno di due effetti (il cambio e gli utili); andranno così così i titoli locali dei paesi emergenti, perché la loro crescita dovrà essere scontata per il rialzo dei tassi; andranno peggio i titoli locali europei esposti sui mercati europei, perché esposti alla contrazione fiscale e di domanda. f) Euro e dollaro saranno privi di un trend tra di loro fino a che non sarà chiaro se Obama avrà la forza di tagliare il deficit, nel qual caso si rafforzerà il dollaro.
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