Come sono messi i «fondamentali», intendendo con quest’espressione l’andamento degli utili delle imprese quotate, e che cosa fanno gli investitori, intendendo con quest’espressione le posizioni sul mercato dei future azionari degli operatori grandi e piccoli?
Negli Stati Uniti meno del 60% delle imprese ha avuto risultati migliori (intendendo con quest’espressione gli utili per azione del primo trimestre del 2011) della media delle aspettative (sui risultati sempre del primo trimestre del 2011). Inoltre, meno del 10% delle imprese ha fatto intendere che i risultati futuri saranno migliori della media delle espettative. Le aspettative degli analisti sono di una crescita degli utili del 16% per il 2011 e del 13% per il 2012.
Una crescita, quella stimata dagli analisti, che ha del «miracoloso», se si tiene conto che i margini operativi lordi delle imprese quotate sono già ai massimi storici in rapporto al Pil. Di norma, raggiunti certi livelli, i margini operativi lordi si contraggono in rapporto al Pil. (Usiamo volutamente l’espressione «miracoloso». Il miracolo nel linguaggio statistico può essere visto come un evento in discontinuità rispetto a una serie storica di una certa robustezza.)
Imprese più caute degli analisti, in due parole. E gli investitori? Gli investitori di piccolo calibro hanno – nel complesso, ossia facendo la somma algebrica delle posizioni «lunghe» (positive) e «corte» (negative) – una posizione lunga. La posizione lunga (long) è un investimento dove si guadagna se i mercati salgono, quella corta (short) è un investimento dove si guadagna se i mercati scendono. Dunque gli operatori minuscoli scommettono sull’ascesa del mercato azionario.
Gli investitori di grande calibro hanno una posizione corta. Dunque gli operatori di grande calibro scommettono su una discesa del mercato azionario.
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