Si è tenuto il summit dei paesi dell'euro area e le decisioni alla fine sono state due: 1) le banche spagnole non saranno salvate con i denari del Tesoro iberico che a sua volta riceve i denari dal fondo “salva stati” (European Financial Stability Facility oggi, e dal suo successore, European Stability Mechanism, domani) dell'euro area, ma direttamente.

Il fondo “salva stati” ricapitalizzerà le banche spagnole, grazie all'esistenza di un costituendo Ente europeo che supervisionerà le banche; 2) Il fondo “salva stati” cercherà di comprimere il livello dei rendimenti dei paesi “mal messi” dando i propri denari alla Banca Centrale Europea, che interverrà all'uopo. Per esempio, comprerà BTP per schiacciarne i rendimenti verso il 5%.

Insomma, abbiamo un percorso che porta alla “mutualizzazione del debito” dei paesi dell'euro area: non c'è l'euro-bond ma è come se ci fosse una sua versione contorta.

Come avviene con i ragionamenti di natura generale si fa fatica a capire come le cose si potranno muovere “in pratica”. 1) Per esempio, chi decide come si ricapitalizzano le malmesse banche locali spagnole? Chi nominerà i dirigenti, le loro obbligazioni saranno trasformate in azioni? 2) Per esempio, chi decide quando un intervento per comprimere i rendimenti dei BTP è sufficiente o va portato avanti?

Dovrebbero essere delle entità sovra nazionali, come l'Ente per la supervisione delle banche e il giudizio della Banca Centrale Europea. Inoltre, questi crediti del fondo “salva stati” sono privilegiati, o valgono come quelli di un privato qualunque? Aspetto non secondario, l'esperienza della Grecia ha penalizzato i privati e lasciato intatto la parte pubblica, e da allora c'è scetticismo fra gli investitori.

I giornali italiani in maggioranza sono entusiasti. Si ha l'effetto “triplo Mario”: Balotelli, Monti, e Draghi che guidano l'Europa e il Bel Paese fuori dalle secche della crisi, ridando orgoglio agli umili (i Davide, i paesi “mal messi”, contro i Golia, i paesi “ben messi”). Calcisticamente sarà anche vero, economicamente (e politicamente) forse conviene essere ancora molto prudenti.