Abbiamo avuto una prima fase a seguire la crisi del 2011. In questa prima fase si sono imposte nei paesi “mal messi” le politiche di A) Austerità – ossia, i bilanci pubblici in un paio d'anni non sono più in deficit; ciò che, non producendo più debito pubblico, incentiva il ritorno della fiducia; e quelle di B) Mobilità, ossia, un mercato del lavoro meno ingessato; ciò che, dopo qualche tempo, avrebbe fatto registrare una maggior domanda di lavoro, a condizione che inizialmente non si fosse impedita una riduzione dell'occupazione.

(Nel caso nostro il decreto “Salva Italia” soddisfaceva l'Austerità e quello “Cresci Italia” la Mobilità. Essenzialmente si trattava di portare sotto controllo la dinamica delle pensioni e di incentivare la crescita dimensionale delle imprese. La prima riforma è stata fatta, ora manca la seconda).

Nella seconda fase – da qualche mese circa - sono sorte delle forti critiche. L'Austerità non ha ancora prodotto dei risultati accettabili, perché non si dovrebbe avere crescita fino al 2014. Si cerca allora la crescita, attraverso delle politiche di spesa pubblica mirate alle infrastrutture. Grosso modo abbiamo due schieramenti contrapposti: A) l'Austerità dei bilanci pubblici combinate con delle politiche dell'Offerta. B) Una minore Austerità dei bilanci senza le politiche dell'Offerta, combinate con una diversa gestione dei debiti pubblici (ossia con la messa in comune di una parte delle obbligazioni) (1).

La Merkel rappresenta il primo punto di vista, Hollande il secondo (Hollande ha vinto le elezioni con questa piattaforma, che non intacca la spesa pubblica e il mercato del lavoro). Monti vuole l'Austerità meno stringente combinata con una politica dell'Offerta ed è a favore di una qualche condivisione del debito pubblico. Le idee di Monti potrebbero essere la piattaforma del compromesso.

Mentre è chiaro che cosa sono le politiche di Austerità (=bilanci pubblici volti al pareggio per non creare debito), è meno nota la natura delle politiche dell'Offerta. Essenzialmente esse sono quanto ha fatto la Germania prima della crisi: i negoziati sindacali decentrati, un mercato del lavoro liquido all'entrata e all'uscita. A queste politiche si dovrebbe aggiungere la proposta tedesca di formare dei conglomerati pubblici che prima incorporano e poi vendono le imprese pubbliche – sul modello non dell'IRI storica (incorporo e tengo), ma dell'IRI tedesca, la Treuhandanstalt (che incorpora e vende). I dettagli del piano per migliorare l'Offerta che la Merkel dovrebbe rivelare alla fine di giugno si trovano qui (2).

Insomma, qualche cosa si muove nella direzione dell'uscita dalla crisi.

(1) http://www.slate.fr/story/56783/merkel-hollande-compromis

(2) http://www.spiegel.de/international/europe/merkel-preparing-to-strike-back-against-hollande-with-six-point-plan-a-835295.html