Le grandi imprese esportano, sono ricche di mezzi propri e hanno accesso al credito. Le piccole imprese, al contrario, sono concentrate sul mercato interno, sono povere di mezzi propri e hanno difficoltà ad accedere al credito. Si capisce, queste asserzioni sono vere «in media». Le piccole imprese sono pari alla metà del Pil statunitense. Poi ci sono le nuove imprese, che agli inizi sono piccole, che accedono al capitale di rischio attraverso gli operatori specializzati. Le piccole e le nuove imprese spingono l’economia alla ripresa e generano occupazione.


Quest’anno le aspettative delle piccole imprese sono molto modeste – non troppo diverse da quelle che si avevano lo scorso anno durante il periodo peggiore della crisi (1). I conferimenti di capitali di rischio per le nuove imprese (il venture capital) sono stati – sempre quest'anno – i più bassi degli ultimi diciassette anni (2). Insomma, bisogna stare attenti a non generalizzare.

Le grandi imprese possono anche andare bene, e hanno un notevole richiamo mediatico, ma le cose sono più sfumate.
 
Tornando all’Europa, proponiamo un grafico di BNP-Paribas (3) dove si vede che le cose migliorano prima e qualche volta dopo ogni annuncio di intervento in aiuto della Grecia, ma poi la tendenza a peggiorare riprende. Tendenza che è misurata dal differenziale fra l’obbligazione greca a dieci anni e quella tedesca.



(1) http://www.ritholtz.com/blog/2010/04/recovery-bypassing-small-businesses/?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed%3A+TheBigPicture+%28The+Big+Picture%29

(2) http://blog.atimes.net/?p=1428

(3) http://ftalphaville.ft.com/blog/2010/04/14/202351/bored-with-greece-bnp-paribas-is-too/