Non prendiamoci in giro con il debito, dice nel modo più pittoresco e definitivo la copertina di Bloomberg Businessweek – un pollo e la scritta: «Don’t play chicken with the debt ceiling». Ma come si fa a contenere il debito senza dover tagliare le spese e/o alzare le entrate? La Casa Bianca vuole insistere nel mantenere le spese imprescindibili (l’istruzione in testa) alzando le tasse ai più ricchi, ma ha parecchi problemi da risolvere. Dalle aspettative negative, sancite anche dalle agenzie di rating, alla campagna elettorale già in corso per rieleggere Barack Obama. I margini di manovra sono molto ridotti, se tra poco più di un anno gli americani potranno dire nelle urne quanto hanno gradito la politica del presidente. I repubblicani, invece, si comportano come se alla Casa Bianca avessero già rinunciato, per il 2012 s’intende: non riescono a trovare una voce unica, si accapigliano come bambini innervositi dal poco sonno, vanno a caccia di una quadratura che sistemi i più riottosi libertari e i più moderati centristi.

L’unica voce al momento ascoltata e ascoltabile, in campo repubblicano, è quella di Paul Ryan. Il quarantenne deputato del Wisconsin, presidente della commissione Bilancio della Camera, ha presentato un piano per curare il dramma del debito federale. Discorso alla Heritage Foundation, tempio del conservatorismo repubblicano, articolo sul Wall Street Journal, tempio del reaganismo, video su Youtube, perché la rete non è proprietà obamiana: Paul Ryan ha dimostrato di saper muoversi in modo scaltro nel presentare il suo «sentiero verso la prosperità».

Ma che cosa propone? La privatizzazione della sanità per le persone di età inferiore ai 55 anni. Invece che usufruire del Medicare, che continuerebbe per gli anziani, ci sono dei support systems, ossia un voucher per comprare l’assicurazione medica. Così si privatizzerebbe la sanità per i futuri anziani e il Medicare risparmierebbe 30 miliardi di dollari nei prossimi dieci anni. Per il Medicaid, il sistema di sanità per le classi più povere e i bambini, i tagli sarebbero di 771 miliardi. Il Medicaid, nel piano di Ryan, sarebbe trasformato in un sistema di block grants, fondi limitati offerti agli stati per curare i meno abbienti. Poi ci sono le minori imposte per i più ricchi: le tasse scenderebbero dal 35 al 25 per cento per le classi alte, così da rendere permanenti le riduzioni temporanee approvate da Bush e prorogate alla fine dell’anno scorso da Obama (il quale ha detto che, quando scadranno, non le rinnoverà. Ma l’aveva detto anche prima di rinnovarle pochi mesi fa).

La proposta di Ryan ha scatenato reazioni più o meno composte, come ha sottolineato Derek Thompson sull’Atlantic – uno tra i più scomposti, peraltro (4): c’è chi dice che il piano è bello, tanto serio da sembrare folle (5), chi dice che è così folle da non sembrare serio (6).

(1) http://www.businessweek.com/magazine/news/articles/business_news.htm


(2) http://online.wsj.com/article/SB10001424052748703806304576242612172357504.html


(3) http://www.youtube.com/watch?v=Xwv5EbxXSmE


(4) http://www.theatlantic.com/business/archive/2010/02/paul-ryans-shocking-budget-proposal/35194/


(5) http://voices.washingtonpost.com/ezra-klein/2010/02/rep_paul_ryans_daring_budget_p.html#more


(6) http://motherjones.com/kevin-drum/2010/02/paul-ryans-smoke-and-mirrors