Domani si tengono le elezioni. Mettiamo a fuoco due aspetti. La progressiva frammentazione del sistema politico e la crescita economica anemica pur in presenza di un bilancio pubblico deficitario.

Il sistema politico britannico è stato a lungo una leggenda di governabilità. In ogni collegio è eletto un solo candidato, che – in passato – era o conservatore o laburista. Si aveva così una maggioranza stabile, perché i deputati erano di uno schieramento oppure dell'altro. Oggigiorno si legge sempre un solo candidato, ma questo non è sempre di uno o dell'altro partito maggiore. Negli anni Cinquanta erano quasi il cento per cento degli eletti, ora sono il settanta per cento. Ossia, cresce il peso dei partiti minori. I partiti minori in un sistema maggioritario a turno unico senza recuperi proporzionali sono sotto rappresentati, ma se i partiti maggiori perdono di peso, la loro importanza cresce.

Il bilancio pubblico inglese prima del pagamento degli interessi (il saldo primario) è in deficit per circa il tre per cento del PIL. Quello italiano è invece in pareggio. Questo implica che i britannici, a differenza nostra, debbono emettere debito prima di pagare gli interessi sul debito cumulato. Il loro debito è circa pari al novanta per cento del PIL, contro il centro trenta per cento nostro. L'implicazione è che il nostro debito tende a stabilizzarsi, e il loro a crescere. Il che andrebbe anche bene – si avrebbe, infatti, con un forte deficit pubblico un impulso di domanda – se l'economia crescesse. L'occupazione si è ripresa, ma la produttività no. La modesta crescita della produttività fa sì che per ogni impulso di domanda si abbia una maggior domanda di lavoro, ma alla lunga il benessere si ha solo con una forte crescita della produttività.

Per approfondire:

http://www.lavoce.info/archives/34582/elezioni-inglesi-vince-la-frammentazione/

http://www.ft.com/intl/cms/s/0/11483850-ecf5-11e4-bebf-00144feab7de.html#axzz3Yn2ORFbO

http://www.ft.com/intl/cms/s/0/3249930a-f27c-11e4-892a-00144feab7de.html#axzz3Z9mtfKkd

http://www.ft.com/intl/cms/s/0/be912bbe-ee73-11e4-98f9-00144feab7de.html#axzz3ZBvozUG8

http://www.imf.org/external/pubs/ft/fm/2015/01/pdf/fm1501.pdf