Ecco i conti del Fondo Monetario (1) sui paesi emergenti. Lo scopo del riassunto è mostrare come la corsa dei prezzi delle azioni emergenti degli ultimi tempi possa essere affetta da «esuberanza irrazionale» (2).
La crisi di questi paesi è emersa lentamente. La tavola colora il rischio dal verde (bonaccia) al rosso (tempesta). Il colore dipende dalla deviazione standard: se questa sale, il colore cambia. La crisi degli emergenti è arrivata solo dall’ottobre dello scorso anno.
Da notare che sono in crisi, ossia in rosso, le valute, le azioni bancarie, le obbligazioni private. Le obbligazioni dei governi locali, dello stato e le azioni non sono in grande crisi, ossia sono ancora in giallo. Proviamo a immaginare quali potranno essere i colori in futuro.
Nei prossimi anni il fabbisogno finanziario di questi paesi, misurato come le obbligazioni che vanno in scadenza, è cospicuo e coinvolge non solo le obbligazioni del Tesoro ma soprattutto quelle emesse dai privati. Il grafico 1 mostra il punto. I paesi emergenti asiatici ed europei hanno un fabbisogno che va dal 10 al 15% del Pil. Qualcuno le dovrà pur comprare. I paesi emergenti, oltre che dalle obbligazioni, dipendono dal credito per la crescita (grafico 2). La crescita economica alla fine finanzia il settore pubblico, migliorandone la qualità finanziaria. Se la crescita si ferma, ossia se si ferma il credito, le obbligazioni emesse dai Tesori dei paesi emergenti rischiano di valere nulla. Il grafico 3 mostra come il fallimento di una grande banca dell’Europa occidentale che finanzia l’Europa orientale possa influenzare il debito pubblico di questi paesi.
Le obbligazioni dei Tesori potrebbero colorarsi di rosso. A quel punto, è difficile immaginare che le azioni possano restare gialle.
Da notare che sono in crisi, ossia in rosso, le valute, le azioni bancarie, le obbligazioni private. Le obbligazioni dei governi locali, dello stato e le azioni non sono in grande crisi, ossia sono ancora in giallo. Proviamo a immaginare quali potranno essere i colori in futuro.
Nei prossimi anni il fabbisogno finanziario di questi paesi, misurato come le obbligazioni che vanno in scadenza, è cospicuo e coinvolge non solo le obbligazioni del Tesoro ma soprattutto quelle emesse dai privati. Il grafico 1 mostra il punto. I paesi emergenti asiatici ed europei hanno un fabbisogno che va dal 10 al 15% del Pil. Qualcuno le dovrà pur comprare. I paesi emergenti, oltre che dalle obbligazioni, dipendono dal credito per la crescita (grafico 2). La crescita economica alla fine finanzia il settore pubblico, migliorandone la qualità finanziaria. Se la crescita si ferma, ossia se si ferma il credito, le obbligazioni emesse dai Tesori dei paesi emergenti rischiano di valere nulla. Il grafico 3 mostra come il fallimento di una grande banca dell’Europa occidentale che finanzia l’Europa orientale possa influenzare il debito pubblico di questi paesi.
Le obbligazioni dei Tesori potrebbero colorarsi di rosso. A quel punto, è difficile immaginare che le azioni possano restare gialle.
(1) “The Crisis Has Engulfated the Emerging Markets”. Capitolo primo, pagina 8 e seguenti, del Rapporto:
http://www.imf.org/external/pubs/ft/gfsr/2009/01/index.htm
(2) http://www.centroeinaudi.it/notizie/hic-rhodus-hic-salta.html
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