Nell'ultimo commento avevamo scritto che le fluttuazioni del prezzo degli immobili hanno un’influenza tanto maggiore sull’economia quanto maggiore è il peso dei mercati finanziari sviluppati sul lato immobiliare. Assumiamo ora che il prezzo fluttui intorno a qualcosa, e che questo qualcosa sia il valore. Il prezzo degli immobili sia X e il valore degli immobili sia Y. La differenza fra X e Y è la “bolla”, o, per usare parole sobrie, il gap fra il prezzo ed i fondamentali del medesimo. Y si calcola tenendo conto del reddito delle famiglie e del livello degli affitti.
Ecco i conti (1): si ha nella seconda colonna la variazione dell'indice del prezzo degli immobili da un anno fa ad oggi e dall'inizio della crisi ad oggi. Poi nella terza colonna si ha il livello del prezzo corrente degli immobili rispetto agli affitti correnti e nella quarta colonna rispetto al reddito corrente, il tutto rispetto alla media di questi rapporti che si è avuta su molti decenni.
La media del rapporto corrente fra prezzo degli immobili sugli affitti e sul reddito rispetto alla media storica (che include sia le bolle sia le depressioni) ci avvicina a quanto (in percentuale) gli immobili residenziali siano ancora sotto o sopra valutati. I numeri mostrano come su undici mercati immobiliari cinque abbiano un livello dei prezzi inferiori alla media storica. Insomma, il settore immobiliare non è definitivamente depresso, come si potrebbe credere. E' un bene o un male? Se l'economia non si riprendesse, per i paesi con mercati immobiliari sopravalutati, un male. Infatti, i prezzi degli immobili – sgonfiandosi - potrebbero influenzare negativamente i consumi (si avrebbe l'effetto ricchezza negativo).
|   Var un anno  |    Var da 2007  |    Su affitti  |    Su reddito  |    Media  |  |
|   Germania  |    2,50%  |    7,00%  |    -18,00%  |    -21,00%  |    -20,00%  |  
|   Francia  |    1,30%  |    0,90%  |    49,00%  |    38,00%  |    43,00%  |  
|   Stati Uniti  |    0,70%  |    -27,80%  |    -15,00%  |    -24,00%  |    -19,00%  |  
|   Gran Bretagna  |    -2,60%  |    -10,20%  |    23,00%  |    17,00%  |    20,00%  |  
|   Italia  |    -3,40%  |    -9,40%  |    0  |    15,00%  |    8,00%  |  
|   Spagna  |    -8,30%  |    -22,40%  |    22,00%  |    22,00%  |    22,00%  |  
|   Irlanda  |    -14,40%  |    -49,80%  |    -5,00%  |    -6,00%  |    -5,00%  |  
|   Hong Kong  |    6,40%  |    63,60%  |    64,00%  |    nd  |    64,00%  |  
|   Cina  |    -1,40%  |    17,80%  |    7,00%  |    -32,00%  |    -13,00%  |  
|   Singapore  |    1,90%  |    21,10%  |    58,00%  |    nd  |    58,00%  |  
|   Giappone  |    -2,90%  |    -13,10%  |    -37,00%  |    -36,00%  |    -36,00%  |  
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