Da quel che ha detto Barack Obama intervistato da Charlie Rose (1), a gennaio Ben Bernanke non sarà più il governatore della Federal Reserve. Se confermata è una decisione presa insieme, Bernanke ha detto a marzo di non sentirsi l’unica persona al mondo in grado di gestire questa situazione e Obama ha difeso e valorizzato il lavoro del suo governatore. Ma è possibile sostituire Bernanke? E se sì, con chi?

Il capo della Fed ha annunciato che l’economia sta migliorando e questo porterà a una riduzione degli stimoli (diluita nel tempo, non sarà una cosa immediata), ma i mercati non si sentono in grado di camminare da soli e alla sola idea che la Fed non sarà lì a proteggerli hanno iniziato a impanicarsi (2). Soprattutto se tra sei mesi non sarà Bernanke a gestire l’eventuale crisi.

Sulla legacy del governatore ci sono naturalmente molte linee di pensiero, ma quella prevalente pensa che Bernanke sia stato decisivo per il salvataggio dell’economia americana (e globale). Ma come scrive su Foriegn Policy Mohamed el Erian, CEO di Pimco, il problema arriva ora (3): Bernanke ha adottato misure straordinarie per lasciare tempo alla politica e ai governi di agire insieme e con una visione per il futuro. Ma questo non è accaduto (si procede in ordine sparso) e quindi il sistema creato dal governatore potrebbe trasformarsi in una bomba a orologeria.

E’ quindi ancora più importante sapere chi dovrà maneggiarla, questa bomba. Il toto nomine è appena iniziato e quindi è molto confuso, ma ci sono alcuni nomi noti che girano da sempre. Il primo è quello di Larry Summers, economista di riferimento dei primi anni dell’Amministrazione Obama e da sempre desideroso di andare a guidare la Fed. Nonostante quando era al governo non fosse riuscito a creare le condizioni per una ripartenza e per un controllo della disoccupazione sostenibili, Summers ora riempie di lezioni e analisi i giornali internazionali su come curare la crisi, e smussa così i suoi tanti spigoli (che sono peraltro il suo bello: tutti i libri che ricostruiscono gli anni caotici del post choc finanziario del 2008 sono pieni di aneddoti meravigliosi sul caratteraccio di Summers). Anche il nome di Tim Geithner, ex segretario al Tesoro del primo mandato di Obama, circola parecchio, anche se il grande difetto dell’ex ministro (ed ex capo della Fed di New York proprio negli anni in cui le banche si riempivano di titoli tossici che sarebbero poi esplosi nel 2008) è che anche se fa la cosa giusta non si vede. Sembra fragile e insicuro, anche se in realtà ha un’esperienza lunga e molto articolata sia a livello micro sia a livello macro (esce anche lui dalla scuola “rubiniana” degli anni Novanta).

Queste sarebbero scelte politiche, ed è necessario vedere quanto forte sarà Obama a gennaio per assumersi le responsabilità di una decisione così partigiana. Ci sono poi le alternative “tecniche”, come quella di Stanley Fischer, che ha guidato con successo la Banca centrale di Israele ed è molto vicino a Bernanke (come al governatore della Bce Mario Draghi); e come quella di Janet Yellen (4), che nessuno al di fuori della Fed conosce ed è invece una delle più grandi economiste americane – vicepresidente della Fed, è praticamente la versione femminile di Bernanke.

 

(1) http://www.charlierose.com/guest/view/233

(2) http://online.wsj.com/article/SB10001424127887323893504578556881640502700.html

(3) http://www.foreignpolicy.com/articles/2013/06/18/after_ben_bernanke_legacy?page=0,1&wp_login_redirect=0

(4) http://www.businessinsider.com/who-is-janet-yellen-2013-6