Il budget presentato da George Osborne è considerato il “game-changer” della politica inglese: per la prima volta i Tory al governo hanno previsto misure a favore della middle class, studiate apposta per la classe sociale più negletta ormai a livello globale.

Incentivi al risparmio, la possibilità di gestire con più autonomia le pensioni, qualche accisa diminuita su tabacco e wiskey (1) sono al centro di un budget molto elettorale – si vota tra un anno, ma in Inghilterra la campagna elettorale è permanente, come l’austerità dei conservatori – e molto attento a ristabilire, ora che la crescita economia lascia un po’ di agio, equilibri sociali che sono andati perduti con la crisi (nel 2015, secondo le previsioni del governo, il PIL prodotto sarà più alto di quello che c’era nel 2008, prima dello choc finanziario).

Il cancelliere dello Scacchiere, George Osborne, che in questi anni ci ha messo la faccia e pareva lì lì per rimettercela, oggi festeggia l’inversione di corso dell’economia britannica e la sincronizza con la sua altra missione che è quella di rivincere le elezioni l’anno prossimo (è il capo delle politiche elettorali nel team del premier Cameron). Per questo alterna toni trionfalistici a toni da tanta-strada-ancora-da-fare, in modo da darsi sia un’immagine vincente sia margine di manovra se davvero i Tory dovessero vincere, magari senza l’orpello liberal democratico al governo.

Il cancelliere dello Scacchiere dice che il suo piano per contenere il welfare è “l’unico piano ora in città, e funziona” (2), nessuno può vantare di aver fatto proposte alternative. Non certo i laburisti, che naturalmente vivono male questo momento, perché tutto il loro costrutto – “I Tory ci porteranno alla rovina” – sta collassando. Restano i dati sul costo della vita, che in effetti si è alzato, come ripete ormai a mantra Ed Miliband, leader laburista, ma possono sostanziare una controffensiva? Pare di no, visto che lo straordinario vantaggio che aveva il Labour nei sondaggi è ormai pari a zero.

I conservatori invece, che peccano di trionfalismo preventivo (ricordate lo champagne stappato prima del voto nel 2010 con straordinario anticipo e poi le elezioni non le vinsero?), non fanno che mostrare nuove idee: a breve sarà introdotto un nuovo pacchetto di tagli delle tasse (la tassa per le imprese scenderà al 21 per cento, era al 28 alle scorse elezioni), ed anche dei cambiamenti nella spesa sociale che farà da stimolo al mercato del lavoro. Sono stati creati un milione e trecentomila posti di lavoro dal 2010, ma ancora non basta, soprattutto ora che “la stabilità sta tornando – dice Osborne – e anche la fiducia. Le aziende ritornano a Londra, gli investimenti anche, il Regno Unito sta ricominciando a camminare dritto nel mondo”.

 

(1) http://www.bbc.com/news/uk-politics-26632862

(2) in attesa del link