Da Obama a molti commentatori (1) arrivano i richiami alla realtà del disastro. Se non viene innalzato, con un accordo fra Democratici e Repubblicani, il tetto del debito che il governo federale può emettere (2), diventa impossibile, dal momento che il governo spende più di quel che incassa, far fronte a molti pagamenti. Da quelli meno importanti, come la manutenzione dei parchi nazionali, via via verso quelli più importanti, come le retribuzioni dei pubblici dipendenti. Un governo, come quello statunitense, incapace di far fronte ai propri impegni, potrebbe creare una crisi finanziaria, che dura fintanto che una soluzione non è trovata.

Eppure il mercato finanziario non reagisce minimamente. Si hanno due possibilità: a) Wall Street crede che sia il solito il «teatrino della politica», e perciò è sicura che un accordo sarà trovato (3); dopo tutto, esso è stato trovato ben 74 volte dal 1960; b) rifugge dal solo pensiero che un problema come questo possa esistere (4).

Si ha anche – in campo repubblicano – chi crede che lo scontro sia cercato da Obama. In caso di crisi, darebbe la colpa ai Repubblicani e si presenterebbe come salvatore della patria (5).


(1) http://www.davemanuel.com/what-is-the-debt-ceiling-94/

(2) http://www.slate.com/id/2299460/

(3) http://www.ft.com/intl/cms/s/0/c9fb562a-b22f-11e0-9d80-00144feabdc0.html#axzz1S57GaXac

(4) http://www.thefiscaltimes.com/Columns/2011/07/19/Debt-Ceiling-Silence-What-Does-Wall-Street-Know.aspx

(5) http://www.atimes.com/atimes/Global_Economy/MG19Dj01.html