Prima – la scorsa settimana – l’annuncio della banca centrale degli Stati Uniti (1) che mobiliterà 1.000 miliardi di dollari per comprare le obbligazioni emesse per erogare i mutui e i titoli del Tesoro a lungo termine. Poi – ieri le indiscrezioni, oggi i dettagli – il piano Geithner, in cui si asserisce (2) che si mobilitano altri 1.000 miliardi di dollari, di cui 970 da parte pubblica, per comprare le obbligazioni «tossiche».

Insomma, un attivismo notevole. Fosse finita! Angel Merckel e Peer Steinbruck (3) fanno intendere che le regole contabili delle banche sono troppo restrittive, perché obbligano a computare le obbligazioni al prezzo di mercato (mark to market) e non al prezzo di riferimento (mark to model). Perciò, se i prezzi delle obbligazioni cadono, e dunque l’attivo, misurato mark to market, si riduce, allora finisce che le banche riducono il credito ordinario. Una richiesta di bilanci meno trasparenti e più elastici. Fosse finita! Il consigliere economico di Nicolas Sarkozy, Henry Guaino, pensa (4) che la Banca Centrale Europea dovrebbe monetizzare il debito. Ossia acquistare le obbligazioni emesse dai privati e dai Tesori per rilanciare l’economia. Poi, quando la moneta dal circuito finanziario entrerà in quello reale, per evitare la spinta inflazionista, si attueranno politiche austere, alzando i tassi e vendendo obbligazioni.
 
Negli Stati Uniti e in Europa ci si muove nella direzione della monetizzazione del debito e di bilanci bancari meno trasparenti.
 
Si può facilmente capire l’«entusiasmo» dei mercati azionari, che possono produrre un ciclo rialzista, con la moneta delle banche centrali e il denaro dei contribuenti. Allo stesso tempo, ci si dovrebbe incupire pensando alle obbligazioni. Le grandi emissioni di nuove obbligazioni – per finanziare i debiti pubblici e il salvataggio delle banche – dovrebbero spingere i rendimenti al rialzo. In linea logica, in questi giorni si dovrebbero veder salire i prezzi delle azioni finanziarie, mentre si dovrebbero veder scendere quelli delle obbligazioni. L’unica ragione – sempre in linea logica – per cui i prezzi delle obbligazioni possono non salire è che si scommette che la ripresa sia a portata di mano, che sarà forte e quindi che le entrate fiscali aumenteranno, mentre le banche centrali annulleranno velocemente i rischi di inflazione.

Una sequenza di assunzioni «ottimiste». Abbiamo un rally dei prezzi delle attività finanziarie da «domani è un altro giorno, si vedrà!». Il rally Rossella O’Hara.

http://www.centroeinaudi.it/notizie/il-bottone-rosso-è-stato-premuto.html


http://www.centroeinaudi.it/notizie/ecco-finalmente-il-piano-di-geithner.html

http://www.eurointelligence.com/article.581+M59725009564.0.html

http://www.lesechos.fr/info/finance/reuters_00131731.htm?xtor=RSS-2000