Alcuni spunti senza una particolare direzione. Come ormai arcinoto sul sito delle petizioni (**) promosso e gestito dal Parlamento britannico si registrano quasi quattro milioni di adesioni per la proposta di ripetizione del referendum sulla adesione o meno del Regno Unito alla Unione Europea. Non entriamo nel merito politico della praticabilità o meno di questa ipotesi, già negata dal primo ministro dimissionario Cameron, ma più sulla credibilità “tecnica” della petizione.

Infatti per aderire è sufficiente inserire una mail, nome, cognome oltre alla dichiarazione di essere residente e cittadino UK. Si ipotizza che il numero di adesioni sia artificiosamente gonfiato attraverso la moltiplicazioni degli indirizzi email. Possibile, anche se il sito parla di click unici. Se però provate a scivere “Get the 'UK' out of the 'EU' NOW” troverete che meno di novemila britannici hanno sottoscritto questa diversa petizione durata sei mesi e terminata a marzo di quest’anno. Un numero veramente basso rispetto a ciò che è accaduto dopo quattro mesi.

Per provare a fornire qualche appiglio per capire cosa è successo, ed eventualmente decidere il da farsi, il Financial Times segnala come le aree dove i “lascia” hanno dominato sono quelle maggiormente esportatrici verso l’Unione Europea mentre al contrario le aree con una percentuale inferiore di Prodotto Interno Lordo destinato alla UE hanno votato per “resta”. Primo grafico. Vero è che in questa situazione diventa sempre più complicato fare affidamento su questa o quella statistica, avendo il voto referendario scompaginato molti parametri di riferimento.

Sempre e solo pro memoria parziale si può ricordare la statistica che segnala come siano stati i “giovani” a votare per il “resta” e gli anziani per il “lascia”. Ma anche in questo caso interviene il dettaglio dove si nasconde il maligno. Infatti, se è vero che nella fascia 18-44 anni i “resta” sono stati maggioritari rispetto alla fascia 45+, che ha votato per “lascia”, è anche vero che in termini di partecipazione al voto la fascia 18-24 ha disertato le urne, avendo votato solo un terzo dei millenials. Il dato migliora nella fascia 25-34, 58% di votanti, ma soprattutto esplode dai 35 anni in su con punte superiori all’80% per gli ultra cinquantacinquenni. Secondo grafico.

E’ come se i più giovani avessero “affidato agli anziani” questo tipo di decisione, non si sa se per incoscienza o per fiducia, contribuendo in misura altrettanto significativa alla scelta complessiva dell’elettorato britannico. Ma anche questa chiave di lettura è probabilmente destinata ad essere velocemente superata dagli eventi in quanto comunque si basa sull’ipotesi che il restante 64% dei cittadini britannici tra i 18 e i 24 anni che non hanno votato la pensino come il 36% che sono andati al seggio.

(*) Espressione usata in Grecia (capriole) per descrivere le molte torsioni di Alexis Tsipras

(**) https://petition.parliament.uk/petitions/131215/

 

capriola1
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capriola2
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