I paesi europei sono entrati nella crisi economica con uno sbilanciamento molto forte tra una Germania esportatrice ed altri, principalmente i paesi ‘periferici’ importatori. La crisi economica riduce la produzione ed il reddito, e le politiche di austerità hanno accompagnato questo andamento, esacerbandolo. Il modello su cui é stata costruita l’Unione Monetaria Europea é quello secondo il quale una crisi in un paese viene curata con il deprezzamento reale di quel paese (essendo impossibile il deprezzamento della moneta tra i paesi dell’area euro): i salari si riducono, i beni prodotti costano meno, aumentando le esportazioni, mentre i redditi più bassi riducono le importazioni.

Cosa é successo dal 2007 ad oggi? Scontando il fatto che un aggiustamento reale é molto più lento di uno nominale (cioè di una svalutazione, che allo stesso modo fa aumentare le esportazioni e ridurre le importazioni), il meccanismo sta funzionando. Nel grafico sottostante (1) si vede come i paesi periferici hanno migliorato la loro posizione con l’estero aumentando le esportazioni e riducendo le importazioni (con le parziali eccezioni di Irlanda e Grecia), migliorando tutti la propria bilancia commerciale.

 

Euro area import export
Euro area import export

 

La Germania (che nel grafico precedente mostra un lieve peggioramento del saldo commerciale) viene spesso accusata di avere una politica che genera uno squilibrio commerciale con gli altri membri dell’eurozona, ma questa situazione si é andata modificando negli anni della crisi. Il grafico seguente (2) mostra come prima della crisi il saldo commerciale della Germania rispetto agli altri paesi dell’area euro fosse positivo, ma come a partire dal 2007 questo saldo si é ridotto – e perfino annullato - a causa della riduzione delle importazioni e dell’aumento delle esportazioni degli altri paesi, come visto in precedenza. Rimane, leggermente ridotto, un saldo positivo con i paesi dell’Unione Europea che non adottano l’euro, e aumentano significativamente le esportazioni verso il resto del mondo. In definitiva, dopo una riduzione del saldo totale, negli anni la Germania é tornata ad avere un attivo della bilancia commerciale simile a quello pre-crisi. Segno della capacità di trovare nuovi mercati, in particolare quelli asiatici, e di conquistarli con prodotti di qualità e imprese ben organizzate. 

Germania Export
Germania Export

 

La Germania potrebbe fare di più per trascinare gli altri paesi europei fuori dalla recessione? Sicuramente si, e in qualche modo il patto di governo tra CDU e SPD, che ha dato vita alla grande coalizione tedesca, va in questa direzione. L’accordo ha richiesto lunghe trattative e ha portato ciascuno dei due partiti a porre condizioni su temi ritenuti essenziali. È stato decretato di istituire un salario minimo garantito di €8,50 all’ora dal 2015 come richiesto dai socialdemocratici, si è deciso un aumento delle pensioni per i lavoratori più deboli e le madri di famiglia per volontà del CDU, la possibilità di conseguire la pensione a 63 anni anziché a 67 per i lavoratori che hanno almeno 45 anni di contributi, come richiesto da SPD, limitazioni ai contratti a tempo, un tetto agli affitti nelle grandi città. Tuttavia è stato anche deciso, per volontà dei conservatori, di non aumentare le tasse per le classi di reddito più ricche e di raggiungere il pareggio di bilancio nel 2015. Viene ribadita, inoltre, la contrarietà della Germania alla condivisione del debito tra i paesi della zona euro e la volontà di introdurre una tassa sulle transazioni finanziarie conosciuta come ‘Tobin Tax’. Un mix di politiche volte ad aumentare la domanda interna (e quindi a determinare un aumento delle importazioni), ed altre decisamente meno espansive.

In definitiva, il nuovo governo tedesco – in maniera non sorprendente, viste le posizioni presentate in campagna elettorale – sceglie di non muoversi verso un aumento del debito né nazionale né europeo (Eurobond), ma continua nella sua politica di stabilità, solo leggermente modificata. D’altra parte, secondo un sondaggio condotto per il quotidiano Bild, il 70% della popolazione tedesca è favorevole all’accordo tra i cristianodemocratici e i socialdemocratici SPD.

  1.   http://www.bruegel.org/nc/blog/detail/article/1195-balance-of-trade-adjustment-in-the-euro-area/
  2.   http://www.bruegel.org/nc/blog/detail/article/1189-the-german-trade-surplus-may-widen-with-the-euro-area-recovery/