I ministri del governo francese sono diventati trasparenti (1), nel senso che la grande operazione “siamo come ci volete” voluta dal presidente François Hollande è diventata realtà: ora i francesi sanno quanto guadagnano i loro governanti, da dove vengono certe ricchezze, i legami con l’establishment economico, nazionale e internazionale. In questo modo la leadership socialista spera di allentare un po' la tensione, ma è difficile che la ricaduta politica della “questione morale” in formato Francia finisca qui: per ora c’è solo un gran voyeurismo nei confronti dei patrimoni dei ministri, gran pettegolezzi, ma il regolamento di conti interno al Partito socialista e al governo è ancora tutto da giocare (e per Hollande non è, e non sarà, divertente).

Tutto nasce dalle menzogne dell’ex ministro del Bilancio Jérôme Cahuzac, che era stato accusato di avere conti all’estero, che ha negato per settimane, che alla fine ha confessato: sì, i conti c’erano (anche piuttosto pieni), e s’è dimesso. Quelle menzogne non hanno soltanto gettato una luce tremenda sul governo, ma hanno anche scatenato tutte quelle antipatie ideologiche rimaste sopite in questo primo anno di presidenza Hollande. Non soltanto il Partito socialista non è immune dai vizi del tempo, quelli legati ai soldi (e come potrebbe? C’è qualche investitore con un po’ di sale in zucca che lascerebbe i suoi soldi in Francia, con quei tassi e con quelle tasse?), ma soprattutto non ha ancora deciso che cosa vuole essere. Un partito liberale o un partito nazionalista?

Hollande non decide, di natura si potrebbe dire, e allora decidono i fatti. I fatti sono che tutta l’ala più riformatrice e liberale del Ps sta subendo la crisi morale in modo ben più potente rispetto agli altri. Non che siano tutti coinvolti con i conti all’estero e le bugie, s’intende, ma il legame politico diventa un pretesto per insistere con le accuse. Basta vedere quel che accade a Pierre Moscovici, ministro dell’Economia, che secondo molti commentatori non-poteva-non-sapere (2): il magazine Valeurs Actuelles, liberale e conservatore, s’è guadagnato una popolarità inaudita con la copertina sulla “Repubblica dei bugiardi” (3), con Hollande col naso di Pinocchio e un sondaggio molto partigiano: Sarkozy è l’unico che può salvare la destra francese, ma magari anche tutto il paese (3). Moscovici è accusato di aver nascosto i fatti, Bercy, sede del ministero dell’Economia, è occupato dai commissari del Parlamento che cercano la verità (con facce arcigne) mentre continuano a uscire indiscrezioni sui conti che ci sarebbero ancora da scoprire, sull’ammontare dei soldi riversato su quei conti e sulle trame personal-politiche che tengono insieme questo gruppo di persone.

Dall’altra parte, l’ala a sinistra del partito, capitanata senza infingimenti da Arnaud Montebourg, gongolano: poteva accadere scandalo più utile di questo? Mentre Libération, che ormai è la voce stridula di questa compagine, mette in copertina il tradimento di Florange (4), la fabbrica chiusa, l’acciaio che non è più eccellenza, il disastro causato dall’austerità, Montebourg rilancia la sua politica, che si basa sul salvataggio del made in France in tutte le sue forme, che sia efficiente o no, che sia produttivo o no, che sia eccellenza o no. Non è soltanto una candidatura personale, è il tentativo di portare Hollande laddove non è ancora andato, in quella zona populista e affezionata allo status quo che ha già determinato molti degli elementi disastrosi dell’economia francese. Il pericolo è che Montebourg, che finora è stato più o meno rimesso al suo posto, oggi abbia la possibilità di farcela: i socialisti liberali leccano ferite o contano soldi in Svizzera, Hollande è in disperata ricerca di un consenso. E’ il momento giusto per il populismo spendaccione.

 

  1. http://www.lemonde.fr/politique/article/2013/04/15/le-patrimoine-de-tous-les-ministres-est-rendu-public-ce-lundi_3159649_823448.html

  1. http://www.huffingtonpost.fr/2013/04/11/affaire-cahuzac-pierre-moscovici-porte-plainte-contre-valeurs-actuelles_n_3059457.html?utm_hp_ref=france

  1. http://www.valeursactuelles.com/

  2. http://journal.liberation.fr/publication/liberation/1214/#!/0_0