L’unico capo che Bill Gross riconosce è sua moglie e quando lei gli ha detto quel che tutte le mogli sane di mente dicono ai loro consorti, cioè non ti voglio per casa tutto il giorno, la pensione non è un’opzione, lui ha seguito l’amorevole consiglio. Con questa battuta (1) Gross, che è il re del mercato dei bond per quarant’anni alla guida di Pimco, giustifica il suo nuovo impiego al Janus Capital Group, sempre un fondo obbligazionario, dopo l’uscita spettacolare e preoccupante da Pimco, alla fine di settembre.

 

 

Tutti sanno che la moglie non c’entra nulla, a settant’anni Gross non ha alcuna intenzione di levarsi la corona e andar a cacciar farfalle e annusare fiori (“le mie rose e le mie farfalle sono i mercati finanziari”, dice), anche se non si riesce a contenere quel senso di fine del mondo che aleggia sulla sua dipartita. Sarà l’ultimo manager-star della storia?, chiede il Wall Street Journal (2), sottolineando che da quando Gross ha lasciato Pimco – in mezzo alla bufera, litigava con tutti da mesi, all’inizio dell’anno già due manager importanti se n’erano andati in contrasto con lui e il giorno prima dell’annuncio delle sue dimissioni girava voce che lo stessero per licenziare – molti investitori hanno ritirato già miliardi di dollari, circa 23 secondo i primi dati, ma non li hanno riversati nel nuovo fondo di Gross, stanno ancora valutando che fare, a tutto vantaggio di altri fondi, primo fra tutti BlackRock.

Il manager-star ha un peso, e quando se ne va cambiano le aspettative dei mercati, ma anche lui, in un altro contesto, rischia di non essere più lo stesso. Così ora tutti si domandano che cosa ne sarà di Pimco una volta che lo choc della partenza di Gross sarà riassorbito. Roger Wholner ha scritto un interessante articolo (3) in cui spiega che le aziende che dipendono, nella loro immagine e nella loro credibilità, da un’unica persona (Apple – anyone?) ci mettono più tempo a riassestarsi. Ma le unit di Pimco sono solide, nonostante in questi giorni sia stato abbassato il rating, ed è probabile che lo saranno ancora di più una volta che lo stile di management di Gross – da guerriero, si potrebbe dire – sarà superato dalla squadra che sostiuisce la star.

Sempre ammesso che l’azienda sappia gestire la transizione senza eccessiva nostalgia e con una comunicazione chiara, sui prodotti e sulle persone che le gestiscono. Così il solista sarà sostituito, tornerà, come scrive John Gapper sul Financial Times (4), il “we” a Pimco, dopo quarant’anni di “I”.

(1) http://www.businessweek.com/articles/2014-10-06/what-me-retire-bill-gross-speaks-on-life-after-pimco

(2) http://online.wsj.com/articles/bill-gross-proves-again-the-dangers-of-chasing-star-fund-managers-1412540737

(3) http://www.investopedia.com/articles/investing/100614/what-expect-pimco-after-bill-gross.asp

(4) http://www.ft.com/intl/cms/s/0/fc17d686-4e28-11e4-bfda-00144feab7de.html?siteedition=intl