La ripresa dei corsi delle azioni degli ultimi mesi era dipesa in Europa dalla discesa dei rendimenti (ossia dall'ascesa dei prezzi) delle obbligazioni italiane e spagnole. L'idea era che, venuto meno lo scenario peggiore, ossia quello di una crisi dei debiti pubblici di alcuni paesi importanti, le azioni potessero tornare ad essere attraenti. Ora però è riapparso lo scetticismo sul risanamento del debito spagnolo, ossia i risultati ottenuti e le manovre annunciate sono inferiori alle attese. Questo scetticismo lambisce, anche se in misura minore, il debito italiano.

I mercati europei hanno capovolto la propria idea della fine del 2011, ed ora si aspettano un peggioramento dei conti pubblici, perciò i prezzi delle azioni di tutti i paesi e le obbligazioni dei paesi messi peggio flettono.

La ripresa di corsi delle azioni degli ultimi mesi negli Stati Uniti era dipesa dall'idea che fosse in corso una ripresa con un passo accettabile. Negli ultimi tempi si è però visto che la ripresa era trainata dalla crescita dei magazzini, quindi dalla produzione invenduta, più che dalle vendite ai consumatori finali. Inoltre, l'occupazione, se misurata con criteri rigorosi, non sale. Si ha perciò un'economia che sta frenando, con gli utili che sono ai massimi storici, se misurati come quota del reddito nazionale.

I mercati statunitensi stanno capovolgendo la propria idea della fine del 2011, perché, se l'economia frena e gli utili non possono crescere a meno di un'ulteriore compressione dei salari, i corsi delle azioni non possono salire in maniera sistematica.