Il presidente americano, Barack Obama, non perde occasione per ripetere agli europei che ci vuole una forte volontà politica per salvare euro ed Europa, le soluzioni tecniche non bastano. La sollecitudine di Obama non è certo dettata da sincera preoccupazione: il contagio negli Stati Unitisarebbe la fine per la ripresa americana, e metterebbe a repentaglio la rielezione del presidente nel novembre del prossimo anno.

Già la situazione interna all’America non è rosea, se si pensa che il Congresso ha dato di nuovo prova di poca lungimiranza economica e di grande stizza politica, fallendo gli obiettivi della supercommissione per il deficit. Il contagio europeo sarebbe fatale, come ha detto senza troppi giri di parole il capo degli economisti della Casa Bianca Alan Krueger (1), che ha definito la crisi europea “il rischio più grande” che minaccia la ripresa americana.

“Il 20 per cento delle nostre esportazioni vanno in Europa – ha detto Krueger – di cui il 15 nella zona euro. Una delle ragioni per cui la legge contro la disoccupazione sia una buona medicina è perché fornisce qualche garanzia contro l’indebolimento della domanda nei paesi in cui esportiamo”.

Il tasso di disoccupazione non scenderà se non si continuerà a vendere all’estero – Obama addirittura vorrebbe raddoppiare le esportazioni statunitensi entro il 2014. Per sostenere l’Europa, Washington è disposta a tutto. Il segretario al Tesoro, Tim Geithner, è entrato nel dibattito sul ruolo della Banca centrale europea che gli americani ora vorrebbero molto più simile alla loro Fed. “Ci sono molti modi per la Bce per giocare un ruolo di sostegno più efficace nel risolvere la crisi senza violare i limiti d’indipendenza che anche noi rispettiamo”. Se non può fare il prestatore di ultima istanza, insomma, si metta a comprare titoli sul mercato secondario con maggiore vigore, almeno finché l’ostinazione tedesca non vacillerà (e molti scommettono che lo farà).

L’altra via di contagio è quella delle banche. Mentre gli istituti del sud Europa vedono ridursi gli investimenti, la Federal Reserve ha annunciato stress test tostissimi sulle banche americane (2). Lo scenario prevede un tasso di disoccupazione al 13 per cento in America (scenario apocalittico in cui il presidente non sarebbe nemmeno Obama) e un crollo del 6,9 per cento del pil dell’Eurozona. Il solo annuncio da parte della Fed ha fatto crollare i titoli dei principali istituti americani, a dimostrazione del fatto che con tutta probabilità non sono pronti a sostenere un’eventualità tanto catastrofica.

E mentre lo storico Niall Ferguson immagina un’Europa nel 2021 in cui tutti gli europei faranno i giardineri nelle case dei tedeschi (3), uno studioso di Princeton (4) spiega per filo e per segno come l’euro soffocherà anche l’America, le banche sono già state contagiate, la via di scampo è quasi impraticabile.

  1. http://www.reuters.com/article/2011/11/15/us-usa-economy-krueger-idUSTRE7AE16C20111115

  2. http://www.ft.com/intl/cms/s/0/9858e88e-15e0-11e1-8db8-00144feabdc0.html

  1. http://online.wsj.com/article/SB10001424052970203699404577044172754446162.html?mod=googlenews_wsj

  2. http://motherjones.com/kevin-drum/2011/11/how-deleveraging-europe-might-doom-us