È iniziato sul quotidiano online L’Inkiesta il dibattito sulla patrimoniale. Riportiamo il nostro intervento (1).

Per ridurre l’onere del debito pubblico si può abbattere il debito medesimo con un’imposta patrimoniale, oppure portare in avanzo per anni e anni il bilancio dello stato. L’imposta patrimoniale presenta il vantaggio di abbattere subito il debito, senza toccare la composizione delle spese e delle entrate dello stato. Il conflitto politico si riduce, perché la gran parte della popolazione non è ricca e non viene toccata dall’imposta patrimoniale.

La riduzione dell’onere del debito è duplice: 1) si riduce il flusso cedolare, perché il debito è minore, 2) si riduce il rendimento richiesto alle aste per il rinnovo del debito, perché si è ridotto il rischio paese. Il bilancio dello stato alla fine dell’operazione – strettamente finanziaria – è, sempre che l’importo della patrimoniale sia cospicuo, di molto migliorato.

E tutto può andare avanti come prima, perché le spese e le entrate pubbliche si bilanciano. Non essendoci alcuna emergenza che spinga ad agire, la composizione delle spese sarà circa la stessa. Nessuno oggi può presentarsi alle elezioni dichiarando che le spese saranno tagliate. Meglio, dichiararlo va anche bene, se nessuno ci crede. Ergo, si può agire solo sulle entrate straordinarie, che sono tanto più efficaci quanto maggiore è lo stock del debito e la facilità di raccogliere importi considerevoli.

Questo nei termini generali. Poi bisogna vedere il come. Se l’imposta è sul patrimonio mobiliare, ma non immobiliare, si commette un’ingiustizia: viene punito chi ha dato credito allo stato comprandone il debito e non chi, comprandosi delle case, non ci ha creduto. Eccetera.

Ma, al di là di questo, la proposta del dottor Pietro Modiano penso che parta dall’assunto che si abbia l’impotenza della politica (alias, ricomporre le spese e le entrate) e dunque che convenga agire in altro modo, laddove si hanno meno frizioni.

La figura retorica è la responsabilità di chi ha di più. Implicitamente, è come dire che non abbiamo una classe dirigente politica, perché, se così fosse, essa agirebbe sulla struttura delle spese e delle entrate, e dunque ci resta solo la classe contribuente.

(1) http://www.linkiesta.it/blogs/economista-greco/la-patrimoniale