Avevamo scritto (1) che «in luglio si è registrata negli Stati Uniti una caduta in termini assoluti del credito al consumo delle famiglie. Evidentemente, le famiglie si stanno ritraendo dal troppo credito. Come questo comportamento possa aiutare la forte ripresa che – secondo alcuni – si avrà l’anno prossimo, resta un mistero». Riportiamo, per discutere il mistero, nientemeno che l’opinione di Goldman Sachs sull’argomento (2).


Secondo Goldman Sachs, le famiglie si stanno certamente ritraendo dal debito. Perciò – nel breve termine – si avrà una pressione negativa, attraverso la minor domanda per consumi, sulla crescita economica. Questa pressione al ribasso dovrebbe – nel 2009 – essere bilanciata dalla minore riduzione delle scorte (tecnicamente: si produce di più, perché si liquidano meno le scorte) e dallo stimolo fiscale (la spesa pubblica in deficit è ormai superiore al 10% del Pil).
 
E qui arriva il bello. Che cosa succede poi – nel 2010 – quando le scorte e il deficit avranno esaurito la propria capacità di bilanciare i minori consumi delle famiglie? Una ripresa degli investimenti e una crescita della domanda dei paesi emergenti – secondo loro. Può darsi – aggiungiamo noi, molto scettici. In ogni modo – ribadiscono alla Goldman Sachs – è meglio, nel dubbio, se i tassi d’interesse sono tenuti molto bassi per qualche anno.
 
Dunque, la ripresa non è su un sentiero solido. È la seconda volta che arriva una nota di cautela dalla Goldman Sachs (3).


(1) http://www.centroeinaudi.it/notizie/leconomia-trainata-dal-debito-non-e-in-salute.html

(2) http://ftalphaville.ft.com/blog/2009/09/10/71086/dont-worry-about-deleveraging/

(3) http://www.centroeinaudi.it/commenti/si-parva-licet-componere-magni.html