Gli azionisti di Rupert Murdoch hanno deciso di fargli la guerra, il giorno della battaglia è previsto per il 21 ottobre, quando ci sarà l’assemblea dei soci di News Corp. L’ultima dichiarazione belligerante è arrivata dagli azionisti legati al principale fondo pensionistico britannico (1), ma prima era accaduto lo stesso negli Stati Uniti e in Australia.
L’obiettivo è scalzare la famiglia Murdoch e i suoi manager dalla guida dell’azienda, approfittando dello scandalo delle intercettazioni illegali nel Regno Unito che ha gettato luci inquietanti sull’operato del gruppo editoriale. Su quel fronte i dettagli sono sempre meno digeribili – gli ultimi li ha spiegati l’Independent (2) – ma finora non hanno dato scossoni degni di nota, a parte il collasso del riacquisto di BSkyB, che è stato un passo indietro strategico costoso e significativo per lo sviluppo del business di News Corp. nel Regno Unito.
Ma anche la battaglia all’assemblea dei soci è soltanto simbolica: finché regge l’alleanza con il principe saudita che è il secondo azionista del gruppo (e per ora regge (3)), tutti gli attentati alla leadership murdocchiana sono destinati a fallire.
L’unica vera preoccupazione di Murdoch riguarda il business in senso stretto: l’immagine dei suoi giornali, l’eventuale crollo delle vendite. I dati sulla circolazione del Wall Street Journal edizione europea sono stati gonfiati, tanto che un manager si è dovuto dimettere (4). Non è un caso che i Murdoch abbiano costruito una muraglia cinese attorno al gioiello di famiglia – il Wall Street Journal appunto – per evitare contagi in territorio americano, che sarebbero pericolosissimi per la tenuta del gruppo. E’ quello il tallone d’Achille dell’azienda, è per questo che è così cruciale la seconda testimonianza che si terrà settimana prossima al Parlamento britannico da parte di uno dei manager più strategici del gruppo in quest’ottica transatlantica, Les Hinton. E se gli azionisti volessero davvero far male a Murdoch, nella lista dei “cacciati” dovrebbero mettere anche e soprattutto Joel Klein (che invece è escluso assieme a un altro): è lui il gran salvatore del gruppo (5), l’uomo che sussurra nell’orecchio dello squalo.
(2) http://www.independent.co.uk/news/uk/crime/exclusive-new-hacking-shame-2370387.html
(4) http://www.guardian.co.uk/media/2011/oct/12/wall-street-journal-andrew-langhoff
(5) http://nymag.com/news/intelligencer/69483/
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