Una delle principali preoccupazioni conseguenti al declassamento da parte di Standard&Poors della Francia, in particolare, e degli altri paesi, in generale, riguarda il costo del finanziamento del EFSF (European Financial Stability Facility), il veicolo individuato nell’incontro dello scorso dicembre a Nizza per raccogliere risorse sui mercati da destinare ai paesi dell’area euro con problemi di rifinanziamento del debito pubblico.
Su questo argomento abbiamo già fatto alcune considerazioni (1) sulle quali vale la pena ritornare per verificare l’impatto delle recente decisioni.
L’aggiornamento al 15 gennaio 2012 delle valutazioni del 31 ottobre dice alcune cose:
· il tasso effettivo a 5 anni dell’area euro (ottenuto ponderando i tassi dei singoli paesi per il peso del debito) è salito dal 4,6% al 5,2%;
· lo stesso valore calcolato escludendo la Grecia è sceso dal 3,6% al 3,2%;
· il tasso del titolo a 5 anni attualmente in circolazione emesso dal EFSF è sceso dal 2,6% al 2,1%, valore equivalente al tasso tedesco maggiorato dello spread medio da inizio 2010;
· il valore implicito del rating dell’area euro è ovviamente sceso da AA- ad A+ con la Grecia e da AA ad AA- senza Grecia.
In breve: due cose sono peggiorate, il rating e il tasso euro comprensivo di Grecia; due cose sono migliorate, il tasso euro senza Grecia e il tasso del EFSF. Questi fenomeni sembrano suffragare le affermazioni delle autorità tedesche: da un lato, riguardo alla criticità della situazione relativa ai tempi e modi del costo del risanamento della Grecia; dall’altro, relativamente all’assenza di effetti sul costo di finanziamento del EFSF derivante dall’abbassamento dei rating.
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