La Federal Reserve ha dichiarato che i tassi resteranno dove sono e che continuerà a comprare 85 miliardi di dollari al mese di obbligazioni del Tesoro e private. La ragione della continuazione della politica monetaria ultra espansiva va cercata nella modestia della crescita. I prezzi delle azioni sono saliti, quelli delle obbligazioni anche – ossia, i rendimenti sono scesi, e il dollaro si è indebolito.
Sembra perciò che nei mercati finanziari prevalga questa relazione: Economia Debole = Politica Monetaria Lasca = Mercati obbligazionari Tonici e azionari in Ascesa, che si contrappone all'altra relazione: Economia Forte = Politica Monetaria Meno Espansiva o Restrittiva = Mercati obbligazionari Deboli e azionari (forse) in Ascesa. Dunque tanto più floscia è la ripresa dell'economia reale, tanto maggiore è la stabilità dei mercati finanziari. E questo – per quanto lo possa sembrare - non è un qualche cosa di “irrazionale”. I prezzi delle obbligazioni del Tesoro sono, infatti, talmente alti (i rendimenti talmente bassi) che si ha una spinta a comprare tutto quel che rende di più. Se le obbligazioni del Tesoro avessero dei prezzi più bassi (dei rendimenti più alti) per il venir meno degli acquisti delle Banche Centrali, allora verrebbe meno la spinta a comprare tutto quello che rende di più.
Le politiche monetarie ultra lasche hanno: 1) schiacciato i tassi degli strumenti monetari – ci si indebita con la banca centrale fino a quando gli strumenti monetari rendono quanto il tasso di sconto -, 2) spinto in alto i prezzi delle obbligazioni – queste sono acquistate dalla banca centrale e quindi tolte in parte dal mercato, e, infine, 3) schiacciato il costo del debito pubblico e dunque il costo politico delle politiche fiscali. La “resa dei conti” prima o poi arriva, ma, se viene anche solo allontanata nel tempo, ecco che i mercati “festeggiano”.
La decisione della Federal Reserve di non ridurre gli acquisti di obbligazioni è una buona notizie nel breve termine, ma non fa altro che post porre la decisione che dovrà essere presa: un ritorno ai prezzi delle obbligazioni che si forma nei mercati e non “artificialmente” per effetto degli interventi della banca centrale.
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