Consideriamo due ipotesi diametralmente opposte. La prima prevede uno Stato proprietario di tutti gi immobili: sia residenziali, nei quali abitano i nuclei familiari tutti indistintamente affittuari e dove nessuno è proprietario della casa in cui vive o di altre case; sia strumentali, nei quali il settore privato svolge l’attività d’impresa come inquilino e che permette ai nuclei familiari di sostentarsi e pagare l’affitto allo Stato monopolista immobiliare. In questo primo mondo verrebbe da pensare che l’IMU (Imposta Municipale Unica, applicata alla componente immobiliare del patrimonio) non avrebbe ragione di esistere. Infatti, essendo lo Stato detentore di tutto il patrimonio immobiliare finirebbe per pagare a sé stesso la tassa. D’altra parte, lo Stato godrebbe di un notevole flusso reddituale derivante dagli affitti percepiti.
Il caso opposto prevede, viceversa, che tutto il patrimonio immobiliare sia nelle mani o dei nuclei familiari (ovvero ogni famiglia possiede la casa dove vive mentre per semplicità continuiamo ad ipotizzare che non esistano seconde case) o del settore privato (proprietà degli immobili strumentali all’attività d’impresa). In questo caso l’IMU avrebbe un impatto positivo sul bilancio dello Stato provenendo direttamente dal reddito delle famiglie e dal reddito d’impresa e generando anche in questo caso un flusso reddituale positivo per le casse pubbliche mentre sono completamente assenti le entrate derivanti dagli affitti.
A carico delle collettività, laddove siano tutti inquilini ma lo stesso vale qualora fossero tutti proprietari, restano i costi derivanti dalla fruibilità degli immobili che traggono origine dalla necessità di avere strade, fognature, illuminazione, raccolta dei rifiuti, sicurezza, accesso alle strutture di pubblica utilità (scuole, ospedali, ecc.) senza i quali vivremmo o totalmente isolati e/o in condizioni di spaventoso degrado. Alla fine, qualunque sia il modo in cui si sceglie di concepire la propria condizione immobiliare, i costi (benefici) collettivi sono ineliminabili e devono (possono) essere sostenuti (goduti). Bisogna aggiungere che in assenza delle infrastrutture (o in presenza di infrastrutture scadenti) che permettano di rendere fruibili gli immobili anche il loro valore tenderebbe a ridursi significativamente rispetto ad una condizione con infrastrutture adeguate sostenute da una qualche forma di contributo collettivo.
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