Fino a ieri il 72,3% delle imprese statunitensi ha dichiarato utili migliori delle aspettative (utili Operating, ossia senza la correzione delle poste straordinarie). Fino a ieri il 49,1% delle imprese ha dichiarato fatturati migliori delle aspettative. La differenza è notevole.


Chiunque abbia fatto l’analista sa che stimare gli utili è difficilissimo, mentre stimare i fatturati non lo è poi tanto. La ragione è che la variabilità dei fatturati è modesta; quella degli utili – per gli effetti dei costi fissi e variabili, e per l’effetto degli ammortamenti e delle imposte – è elevatissima. In ogni modo, stiamo parlando degli utili Operating, quelli di riferimento delle imprese, quelli che secondo loro meglio riflettono le cose; non stiamo parlando degli utili contabili, cioè degli utili GAAP.

Tuttavia, non è questo il punto. Le imprese statunitensi sono state brave a tagliare i costi e quindi a produrre utili o minori perdite anche con una economia in contrazione. Brave al punto di far meglio delle stime. Resta però che il taglio dei costi è un fenomeno limitato nel tempo: a un certo punto, rimane poco da tagliare ed è la crescita del fatturato, a quel punto, a divenire l’unica cosa che possa far crescere gli utili.

I prezzi delle azioni stanno salendo perché i risultati effettivi sono migliori delle aspettative. E dunque le prospettive sono migliorate. Non molto dal punto di vista dei fatturati. La ripresa dei corsi in atto sembra quindi essere il frutto del «taglio dei costi» e non delle «migliori prospettive».