La Spagna ha una situazione particolare delle finanze pubbliche. Secondo i calcoli di J.P. Morgan basati sulle stime del Fondo Monetario Internazionale, alla fine del 2012 la componente di debito pubblico attribuibile al governo centrale arriverà al 73% del Prodotto Interno Lordo, valore relativamente basso rispetto, ad esempio, all’Italia. Le cose si complicano per la parte di debito attribuibile ad altre voci ma che è comunque garantito dallo Stato spagnolo e che, in sostanza, vanno a formare l’onere complessivo a carico delle finanze pubbliche.
Quindi, al 73% dobbiamo aggiungere circa il 5% per debiti arretrati (Arrears), un altro 5% di pertinenza delle imprese pubbliche, circa il 9% in carico alle Agenzie Pubbliche oltre ad un ulteriore 6% per debiti bancari garantiti dallo Stato. Arriviamo a circa il 98% di debito complessivo in rapporto al PIL. A questo punto entrano in gioco i costi per la ricapitalizzazione del sistema bancario che valgono tra il 5%, secondo i dati forniti ieri, e il 10%, secondo l’ammontare massimo di € 100 miliardi messo a disposizione attraverso i due programmi di salvataggio EFSF (European Financial Stability Facility) e ESM (European Stability Mechanism). Quindi, nel caso estremo il rapporto Debito/PIL della Spagna potrebbe raggiungere il 108% a fine anno.
Nel caso dell’Italia la componente di debito esterna al governo centrale composta dai debiti garantiti e dalle agenzie governative è la più bassa tra i paesi dell’area euro, intorno al 5%, mentre il caso estremo è l’Irlanda con oltre un terzo del debito totale. Da questo punto di vista la visibilità del debito pubblico italiano è particolarmente elevata ed individua in modo preciso sia le origini (l’elevato costo del settore statale) sia le fragilità (le tensioni sui tassi dei titoli di Stato). L’obiettivo da raggiungere consiste nella convergenza dei tassi decennali a livello europeo verso un ideale 3,5% che altro non è che l’attuale tasso a 10 anni ottenuto pesando i tassi dei paesi dell’area euro per l’ammontare delle emissioni attualmente in circolazione con scadenza 2022.
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