Nella complicata discussione intorno alle agenzie di rating (1) – le tre grandi imprese che giudicano la qualità del debito degli emittenti obbligazioni – è entrata anche l’agenzia cinese, Dagong. Essa sostiene che il giudizio delle tre agenzie di rating sul debito pubblico degli Stati Uniti e della Gran Bretagna è sbagliato. Il loro debito pubblico ha il voto massimo, ma questi paesi hanno un debito molto mal messo (2). Secondo Dagong è difficile che esse possano cambiare opinione, perché un declassamento del debito pubblico degli Stati Uniti e della Gran Bretagna potrebbe provocare un terremoto finanziario (3). Quanto sostiene Dagong non è proprio originale. A ben guardare, anche lo stress test sulle banche europee (4) segue una logica simile a quella della denuncia di Dagong.
Tutte queste discussioni approdano all’ovvia conclusione che l’establishment può esprimersi urbi et orbi solo su quel che è sotto il suo controllo. E dunque che non ha senso meravigliarsi che esso non si esprima pubblicamente sugli eventi estremi. Ed è così da tempi immemorabili (5). La stessa conclusione vale anche per l’Oriente. Che giudizi darebbe Dagong sulle obbligazioni delle banche cinesi, fosse mai che queste si trovassero ad avere dei cattivi crediti per effetto della crisi del settore delle costruzioni?
(1) http://www.ft.com/indepth/rating-agencies
(2) http://www.centroeinaudi.it/ricerche/un-futuro-quaresimale.html
(3) http://www.ft.com/cms/s/0/5632a0b8-94b7-11df-b90e-00144feab49a.html
(4) http://www.centroeinaudi.it/notizie/le-banche-europee-sotto-stress-test.html
(5) Alexandre Kojève, L’imperatore Giuliano e l’arte della scrittura, dal libro, dello stesso autore, Il silenzio della tirannide, Adelphi.
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