Nell’affollatissimo universo mediatico on line la competizione è durissima. Lo sappiamo e lo sapevamo quando abbiamo avviato, tre anni fa, il rilancio di “Mondo Economico”, una gloriosa testata del passato, tornata alla ribalta sotto le insegne del “Centro Einaudi”.
Ci piace troppo la concorrenza per non apprezzarne i vantaggi anche quando (in parte) ci penalizza. Perché il bello della competizione è che, mal che vada, ti insegna molto, e l’unico dovere è quello di tenerne conto.
Ci piaceva l’idea di tentare la sfida di stare sull’attualità, di essere pronti a dire la nostra sui tanti temi che la cronaca suggerisce e che spesso producono l’urgenza di una irrinunciabile risposta in chiave liberale.
Ma è davvero la sfida più impegnativa di tutte, perché in redazione non si può perdere tempo, si deve reagire prima che il conformismo del mainstream normalizzi e archivi posizioni che meriterebbero invece di essere contestate o incoraggiate razionalmente nel merito.
Sotto la direzione di Francesco Antonioli, “Mondo Economico” ci ha provato e molti risultati sono venuti, come ci conferma la fidelizzazione di un pubblico che ha dimostrato di apprezzare lo sforzo della “presa di posizione” sui temi della società, come indicato dalla missione del nuovo Statuto del “Centro Einaudi”.
Ma la forza della concorrenza, che è per noi l’indicatore più decisivo, ci spinge oggi a cambiare alla ricerca del meglio, che sta in uno spazio che – senza contraddire il passato – trovi elementi nuovi, offrendo punti di vista non facilmente rintracciabili sul mercato dell’offerta culturale.
Rinunciando alla priorità di essere veloci, on time, nel corrispondere agli stimoli che vengono dalla cronaca economica e politica, punteremo dunque maggiormente all’approfondimento. Violando un vantaggio dell’on line che però può diventare un limite, saremo più lunghi e dettagliati, forse, ma in cambio punteremo a suscitare voglia di conoscere, di andare più a fondo, di incoraggiare i lettori a verificare, a compulsare altre fonti, a confrontarsi.
E’ il nuovo target di “Mondo economico” che offriamo dall’inizio 2024 ai nostri lettori e che abbiamo chiesto ai nostri collaboratori, la cui compagine in questi ultimi tre anni, è cresciuta e si è arricchita di nuove competenze. Altre contiamo di attrarne.
Stiamo insomma presentando un prodotto editoriale meno “nervoso”, sull’attualità pura, ma più capace di andare a fondo nell’analisi.
Meno “notizie” e più “riflessioni”, meno flash ma articoli e ricerche più impegnative, destinate a durare nel tempo e appunto a suscitare la voglia di altri stimoli, di altre verifiche.
Abbiamo individuato un numero contenuto di sezioni, andando comunque a coprire tutta la possibile domanda di interesse del nostro pubblico, che ci auguriamo possa essere composto di competenti (e quindi severi giudici del nostro lavoro), ma anche di giovani alla ricerca di nuove fonti, di lettori comuni stanchi del solito panorama molto spesso troppo istituzionale.
Il format sarà dunque meno ansioso di continue uscite, pur nella continuità “a rullo” delle materie e degli argomenti esaminati. Introdurremo gradualmente anche articoli in lingua inglese, consapevoli che la dimensione internazionale dei problemi richiede e sollecita un’analoga capacità di offerta.
Vi saranno se possibile anche uscite “cartacee”, ma sempre in un’ottica monografica di accompagnamento al flusso di commenti che la rivista offrirà agli amici che ci hanno seguito in questi anni e ai molti che speriamo si aggiungano. Il Paese smarrito e ”sonnambulo” di questa fase storica ha bisogno di idee e se possibile di provocazioni liberali. Il rapporto ancor più stretto con il “Centro Einaudi” è in questo senso una garanzia che ci sentiamo di offrire ai lettori.
Ringraziando del loro lavoro Francesco Antonioli e Pier Paolo Luciano, è questo da oggi il nostro impegno.
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