Far partire oggi una newsletter è un atto di coraggio, ce lo diciamo da soli. In apparenza il panorama delle proposte editoriali è saturo. A ben guardare, invece, è semplicemente affollato, molto spesso in sovrapposizione, per cui alla fine di tanto rumore di fondo manca qualcosa di importante, quello che serve di più per capire. Nasce proprio qui la nostra ambizione di andare ad occupare uno spazio “diverso”.

Negli ultimi anni ha avuto fortuna il cambiamento, ma solo quello proclamato, al confine della velleità. Dove andare, perché, come, è stato secondario. Far conoscere un po’ di più i motivi di fondo del disagio sociale, del declino qualitativo della politica (altro che quello quantitativo!), della staticità dell’economia è pertanto il nostro obiettivo.

Mondo economico, la newsletter del Centro Einaudi, praticherà dunque la via della diversità, della ricerca delle ragioni e dei traguardi che gli altri non propongono. Il nostro lettore ideale è curioso non tanto di cose nuove ma di nuovi approcci alla realtà, di nuove motivazioni, di nuove spiegazioni, di nuovi metodi interpretativi.

Ci sembra un dovere liberale, tra l’altro. Fornire a chi ci seguirà strumenti di conoscenza non scontata, libero ciascuno di seguire poi la propria traccia, diventa allora una bella sfida. Meglio che cedere alle emozioni o adattarsi al conformismo, anche quello del non conformismo.

Buon viaggio, dunque, a Mondo economico, alla guida esperta cui è affidato, ai giovani e gli studiosi che lo aiuteranno. Un viaggio che per il Centro Einaudi è cominciato tanto tempo fa, quando “documentare” e “ricercare” con approccio liberale erano materia sconosciuta. I liberali stavano in un cono d’ombra strumentale ad altri disegni, ad altri protagonismi.

Ma uomini come Piero Ostellino, Giuliano Urbani, Valerio Zanone, i fratelli Guerrini hanno combattuto in solitario una battaglia che alla fine valeva la pena ed è stata poi ripresa da tanti, a cominciare da Mario Deaglio, che sarà presente in questo nuovo strumento di comunicazione. Oggi il liberalismo continua ad essere poco capito e spesso mal praticato, ma è tornato al centro di tante discussioni e conflitti. Basti pensare all’Europa che suscita contrapposizioni, proprio perché è il luogo che difende l’economia di mercato e lo stato di diritto, minacciati quasi ovunque nel mondo.

Da oggi c’è una piccola forza in più a disposizione. Chiede solo di essere incoraggiata dall’amicizia critica dei suoi lettori.