L'anno prossimo si celebrano le elezioni politiche. Che cosa è proposto dai partiti e che cosa potrà verosimilmente accadere in campo economico se nessun partito avrà la maggioranza dei seggi è l'oggetto dell'articolo precedente (1). Lo scopo di questo secondo articolo è quello di tracciare le grandi linee dei problemi economici del Bel Paese (2), (3(, (4).
1 - Macroeconomia
Per secoli il reddito pro capite in termini reali è rimasto costante, poi, con la rivoluzione industriale, è esploso; dall'Unità ad oggi esso si è moltiplicato per tredici volte (letto bene). Dall'Unità alla fine della Seconda guerra è circa raddoppiato, dal Secondo dopoguerra si è moltiplicato per circa sette volte - primo grafico. Una crescita straordinaria, eppure in linea con quella degli altri Paesi sviluppati. Dall'Unità alla Seconda Guerra l'Italia è cresciuta meno degli altri Paesi, dopo la Seconda Guerra è cresciuta di più, e da un quarto di secolo in qua è cresciuta di meno. Quella italiana può essere definita (con Gianni Tognolo) come “una storia di convergenza con due code”. La prima coda – quella della Destra Storica e della Sinistra fino a Giolitti escluso – ha visto l'Italia crescere meno degli altri Paesi, così come è avvenuto con la seconda coda – quella dalla fine della Prima Repubblica al manifestarsi della Seconda - secondo grafico. Una convergenza che non ha mai registrato una risalita definitiva (in termini relativi)) dell'economia del Meridione - trezo grafico. Ben un terzo della popolazione italiana risiede in Meridione.
2 - Combinazioni di capitalismi
Per cercare una sintesi utile a definire le debolezze strutturali del Bel Paese, possiamo basarci su una distinzione per ideal-tipi dei diversi capitalismi (5): – quello oligarchico, – quello guidato dallo stato, – quello guidato delle grandi imprese dinamiche, – quello guidato delle piccole e medie imprese.
– L'ideal-tipo tre insieme al quattro è la combinazione migliore per avere innovazioni a getto continuo, ma oggi non è presente in Italia per l'assenza delle grandi imprese, mentre è presente in Germania. Nel caso tedesco con le innovazioni di processo più che di prodotto. – L'ideal-tipo due insieme al tre e al quattro è stata “la” combinazione dei tempi d'oro dell'economia italiana: le grandi infrastrutture costruite dalla mano pubblica, insieme alle grandi imprese innovative, ed alle piccole e le medie dinamiche, avevano fatto fare il “grande balzo in avanti”. – Infine, l'ideal-tipo uno combinato con il due dà luogo al “capitalismo dei compari” (6).
All'orizzonte del Bel Paese non si intravvede la combinazione migliore per le innovazioni, perché mancano le grandi imprese. Manca anche la combinazione dei tempi d'oro per la mancanza di una mano pubblica efficiente, ed anche e di nuovo per la mancanza delle grandi imprese innovatrici (7). Sarebbe interessante una discussione nel merito di queste problemi, al posto dei generici richiami all'importanza della crescita.
2 – https://www.mulino.it/isbn/9788815271440;
3 - https://www.mulino.it/isbn/9788815257857;
4 - https://www.mulino.it/isbn/9788815266101
5 - Capitalismo buono e capitalismo cattivo. L’imprenditorialità e i suoi nemici, Milano, Università Bocconi, 2009;
Fonte: AAVV, Ricchi per caso, Il Mulino
Fonte: AAVV, Ricchi per caso, Il Mulino
Fonte: AAVV, Ricchi per caso, Il Mulino
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