La Banca di Inghilterra ospita un blog (*) che permette allo staff di giovani economisti di condividere le loro riflessioni sui temi che maggiormente li appassionano in un ambito non istituzionale ma di scambio aperto di opinioni ed analisi. Un primo contributo sul tema della correlazione tra azioni ed obbligazioni aveva attirato la nostra attenzione (Trecento anni (quasi) di correlazione - Lettera economica, 28 ottobre 2016). L’analisi si concentrava sull’andamento e la correlazione dei prezzi delle due principali classi di attività su un arco temporale molto ampio basandosi sul ricco database della Banca di Inghilterra.
Lo stesso autore ha recentemente ampliato ad altri mercati la stessa metodologia e oggetto di analisi sebbene su un periodo di tempo ridotto, dal 1985 ad oggi. L’approfondimento appare estremamente opportuno ed interessante essendo il mercato finanziario inglese sicuramente importante ma non più centrale come un tempo. Sebbene l’arco temporale sia decisamente meno significativo il comportamento delle due variabili negli ultimi trent’anni fornisce comunque significative indicazioni.
Questo tipo di approfondimenti vengono definiti con il termine di “approccio empirico” all’analisi della realtà. L’osservazione del comportamento delle variabili non prevede l’esistenza di una teoria economica o finanziaria che ne spieghi le ragioni ma, viceversa, rappresenta il procedimento inverso ovvero l’idea che il fenomeno meriti considerazione a prescindere dall’esistenza o meno di una teoria che lo spieghi. Ovviamente è importante che la variabili osservate siano logicamente collegate per non correre il rischio di produrre confronti statistici concettualmente improbabili. Nel nostro caso questo rischio non esiste, essendo le azioni e le obbligazioni governative entrambe punti di riferimento dell’attività di asset allocation degli investitori.
I dati osservati si riferiscono a quattro nazioni: Giappone, USA, Germania e ovviamente Regno Unito. L’osservazione dell’andamento della correlazione tra i prezzi delle azioni e delle obbligazioni segnala una quasi perfetta sovrapposizione tra USA, Regno Unito e Germania. Per questi tre paesi l’inizio del terzo millennio ha comportato il passaggio da valori positivi a valori negativi della correlazione, situazione che persiste ancora oggi nonostante due tentativi di inversione nel 2007 e nel 2014.
Il Giappone segnala un andamento diverso della correlazione. Già dall’inizio degli anni ’90 i prezzi delle obbligazioni tendono a salire in presenza di una contestuale discesa dei prezzi delle azioni, innescando il processo di correlazione negativa che sembra essersi interrotto ed invertito a partire dall’anno scorso. L’inizio degli anni ’90 coincide in Giappone con l’inizio della profonda crisi immobiliare e bancaria che ha attanagliato il paese sino ai giorni nostri. L’osservazione di questo fenomeno potrebbe indicare la fine della crisi finanziaria giapponese mentre per le altre tre aree valutarie sembra ancora presto per pensare ad un ritorno stabile alla correlazione positiva tra i prezzi delle azioni e delle obbligazioni.
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