Samarcanda - Mentre re e leader mondiali si stanno recando a Londra per rendere omaggio alle spoglie mortali della regina Elisabetta, il cinese Xi Jinping, il russo Vladimir Putin, l’indiano Narendra Modi e una dozzina di altri capi di Stato si trovano nell’antica città di Samarcanda in occasione del ventiduesimo vertice dell’Organizzazione di Shanghai per la cooperazione (SCO).
A ospitarli è questa località leggendaria, sulla Via della Seta, nota per le splendide madrase (scuole coraniche) di piastrelle turchesi nel Registan, la pubblica piazza assolata costruita sulla sabbia dalla dinastia timuride. In questi giorni di summit lo spazio aereo è chiuso ai voli commerciali, le bancarelle dei venditori ambulanti sono state rimosse, gli studenti non vanno a scuola. Anziché turisti, per strada si vedono soltanto soldati e forze dell’ordine.
Che cosa è la SCO
L’Organizzazione di Shanghai per la cooperazione (SCO) è la più grande organizzazione regionale, unisce una vasta area geografica e circa la metà della popolazione del pianeta. Non è un’alleanza militare come la NATO, e nemmeno un blocco integrato come l’Unione Europea. I suoi membri collaborano sulla sicurezza, su questioni militari e nel commercio. Per il presidente russo Putin il vertice di Samarcanda è una buona occasione per dimostrare che, nonostante le vicissitudini in Ucraina, Mosca non è isolata e le sanzioni possono essere aggirate attraverso altre alleanze. In vista del Congresso del partito comunista di ottobre, questo primo viaggio all’estero dopo la pandemia di Covid-19 offre al presidente cinese Xi l’opportunità di mostrarsi ai propri concittadini come uno statista di caratura internazionale che si fa beffe del sostegno statunitense a Taiwan.
Il summit
Ieri e oggi - 15 e 16 settembre - a presiedere il summit della SCO è il presidente dell’Uzbekistan Shavkat Mirziyoyev, che in questi sei anni ha avviato una serie di importanti riforme in ambito economico e sociale. Repubblica indipendente dal 1991, in seguito alla caduta dell’Unione Sovietica, l’Uzbekistan è situato al centro dell’Asia Centrale. Come ha fatto notare il suo presidente, «il PIL complessivo degli Stati membri della SCO ha raggiunto circa un quarto del valore totale globale. Il valore economico della SCO è incrementato grazie all'autosufficienza del suo spazio, dove sono collocate le economie mondiali in sviluppo dinamico, con un enorme potenziale umano, intellettuale e tecnologico, e dove si trovano numerose risorse naturali in gran parte non sfruttate».
I partner
Crisi economica, inflazione, prezzo del gas al rialzo, partiti politici svenduti alla Russia sono questioni che sembrano riguardare soltanto l’Italia e l’Europa, ma non i paesi dell’Organizzazione di Shanghai per la cooperazione (SCO) a cui aderiscono Cina, Russia, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan e Uzbekistan. Membri osservatori sono Mongolia, India, Iran e Pakistan. Bielorussia e Sri Lanka sono partner di dialogo, mentre con l’Afghanistan è attivo dal 2005 un gruppo di contatto sulla ricostruzione. Questi paesi appartengono a un mondo tanto lontano quanto diverso. Anche linguisticamente, tant’è che al summit si fa uso del russo e del cinese, e non di inglese e francese, idiomi della diplomazia europea e occidentale.
L’Organizzazione di Shanghai per la cooperazione nasce nel 2001, quando al Gruppo dei cinque (o Shanghai Five), già attivo dalla metà degli anni Novanta nella gestione dei confini, si aggiunge l’Uzbekistan. Siamo all’indomani dell’11 settembre e dell’invasione statunitense dell’Afghanistan. Se l’obiettivo reale è bilanciare la presenza americana nella regione, quello dichiarato è facilitare la risoluzione di dispute territoriali tra i sei paesi aderenti. Con il passare degli anni, l’organizzazione permette di intensificare la collaborazione per contrastare il terrorismo, l’estremismo e il separatismo che minacciano la sicurezza regionale. Ulteriori obiettivi sono la cooperazione culturale, energetica ed economica, e quindi i programmi infrastrutturali cinesi della Belt and Road Initiative.
La Via della seta
Samarcanda è situata sulla Via della seta, nel percorso che dalla Cina conduce in Europa. La sua storia si dipana lungo ventisette secoli. Fece parte del primo impero persiano e non è un caso che, proprio qui, l’Iran potrebbe diventare membro effettivo della SCO. Su invito del padrone di casa Mirziyoyev, al vertice di Samarcanda partecipa anche il presidente iraniano Ibrahim Raisi con cui si prevedono accordi nell’ambito del commercio, della cooperazione, dell’innovazione, dei trasporti, dell’energia e del turismo. Uno degli obiettivi principali del summit è infatti l’allargamento della SCO ad altri paesi della regione.
Nell’ambito del Consiglio dei Capi di Stato è infatti prevista la firma di un Memorandum sull’Impegno della Repubblica Islamica dell’Iran ad ottenere lo status di membro, un processo avviato lo scorso anno. Per i vertici di Teheran si tratta di una bella opportunità per uscire dall’isolamento e sfuggire alle sanzioni internazionali, tenuto conto delle difficoltà nel tornare all’accordo nucleare (JCPOA) del luglio 2015 dopo l’uscita unilaterale del 2018 da parte presidente statunitense Donald Trump.
Oltre all’iraniano Raisi, al summit c'è il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan, che durante la crisi del grano ha giocato il ruolo del mediatore tra la Russia e l’Ucraina. A Samarcanda si giocano, su tavoli diversi, diverse partite. Se Cina e Russia erano un tempo antagonisti, oggi Pechino non appoggia apertamente l’aggressione militare ai danni di Kiev, ma in questi sei mesi di conflitto ha rafforzato i propri legami economici e strategici con la Russia. Xi Jinping, in queste ore, ha freddato Putin: «La Cina vuole un mondo stabile». Il Cremlino, comunque, ha assicurato appoggio a Pechino sulla delicata questione di Taiwan.
Samarcanda
A fare da cornice a queste alleanze è l’antica Samarcanda. Il Registan, ma anche la moschea Bibi Khanum fatta costruire dalla sposa prediletta di Tamerlano in suo onore, mentre era lontano, in guerra.
Secondo la leggenda, i lavori andavano a rilento perché l’architetto si era innamorato della regina e si rifiutava di completare l’opera se lei non avesse acconsentito a baciarlo. Per farlo desistere, lei gli mise davanti delle uova dipinte e gli disse: «Se fuori sono diverse, dentro sono identiche. Lo stesso vale per le donne, siamo tutte uguali e quindi posso offrirti una delle mie schiave».
L’architetto chiese di portare due bicchieri, uno pieno d’acqua e l’altro di vino bianco. E le disse: «Sembrano uguali, ma se bevo il primo non sento nulla, se bevo l’altro mi brucia dentro. Lo stesso vale per l’amore». La regina acconsentì ad essere baciata solo sulla guancia, ma le labbra calde dell’architetto lasciarono il segno. Di ritorno a Samarcanda, Tamerlano fu grato alla moglie per la bella moschea, ma si accorse del segno.
Non sappiamo che cosa accadde. Forse, come ha osservato il presidente dell’Uzbekistan, Samarcanda potrebbe «diventare la piattaforma appropriata per unire e riconciliare Stati con priorità di politica estera diverse».
Immagine di copertina: Registan di notte - @Roberto Reali 2022
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