Per fare un albero ci vuole un seme, cantava Sergio Endrigo in una delle sue canzoni più famose. Ma come prova potrebbe non bastare all’Italia per salvare 330 milioni del Pnrr. L’allarme arriva dalla Corte dei Conti. Che succede? Accade che un buon numero delle 14 città metropolitane d’Italia abbiano usato una sorta di scorciatoia per arrivare al primo dei due finanziamenti che l’Unione Europea ha assegnato per impiantare entro il 2024 sei milioni di alberi. Nella sostanza in molte anziché mettere a dimora delle giovani piantine hanno stretto un accordo con un vivaio umbro per seminare un milione 630mila semi delle specie arboree individuate.
I dubbi dei giudici contabili
Ma qui è scattato l’allarme dei giudici contabili. Attenti, in sostanza hanno detto, una semina in vivaio non può essere assimilata alla forestazione urbana. Perché non tutti i semi diventeranno alberi e perché comunque prima che il miracolo avvenga ci vuole tempo (nel caso del pino per esempio sono due anni). E allora se è vero come cantava Endrigo che per fare un albero ci vuole un seme l’equiparazione seme albero potrebbe non essere accettata da Bruxelles quando scatteranno i controlli per verificare che i 330 milioni siano stati realmente investiti.
Ma non è finita. In questa corsa all’oro verde le città metropolitane sono incorse in altri inciampi. Per esempio Genova ha individuato “per la riforestazione due aree già boscate e che stavano evolvendo naturalmente a bosco” sottolineato i giudici Maria Nicoletta Quarato e Massimiliano Minerva. Non proprio la procedura più corretta e anche utile. C'è di più: sono state messe a dimora due specie non compatibili con il clima ligure.
A Reggio Calabria mistero su 184mila piantine
A Torino le cose le hanno fatte correttamente peccato che al controllo dei carabinieri forestali si sia scoperto che in alcuni casi il cento per cento di quanto piantumato sia seccato. Mille futuri alberi insomma. Colpa della siccità, ma per Bruxelles quel che conta è che gli alberi non ci sono. A Milano neanche li hanno piantati. Semplicemente la gara è andata deserta. Perché non si trovavano tre ettari di bosco dove far crescere le nuove piante. Ora il Comune ha chiesto al ministero di modificare il bando altrimenti in un’area “ad altissima densità abitativa” non spunterà mai uno spazio adeguato per il rimboschimento. A Reggio Calabria la zona scelta per realizzare un nuovo polmone verde alla verifica dei forestali “è stata trovata in stato di abbandono, con piante infestanti che stanno invadendo tutta l’area”. E delle 184 mila piantine che andavano messe a dimora nessuna traccia.
Un manuale del cosa non fare con i soldi del Pnrr
Insomma sembra un vero manuale del “Cosa non fare con i soldi del Pnrr” questo rapporto sulle criticità riscontrate dalla Corte dei Conti. Ora seme o non seme c’è da correre per non perdere un finanziamento importante. Se il primo dei due obiettivi europei non è riuscito granché (1.630.000 alberi piantati entro il 31 dicembre 2022) c’è da provare a rispettare la scadenza del secondo obiettivo: 6.600.000 alberi da mettere a dimora entro la fine del 2024.
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