L’ammontare della manovra appena votata – intorno ai 50 miliardi di euro a regime – è sufficiente per avere il pareggio del bilancio. In altre parole, dal 2013 l’Italia non avrà più un deficit pubblico. E dunque il debito (lo stock) che è alimentato dal deficit (il flusso) non dovrebbe crescere più. Dal punto di vista dei saldi di bilancio, la manovra è adeguata. Se però andiamo a vedere, voce per voce (1), come si arriva ai 50 miliardi di euro di correzione, si resta perplessi.

Essa è in buona parte – due terzi – il frutto di maggiori entrate. I tagli alle spese sono, infatti, solo un terzo della manovra. Le maggiori entrate non sono tutte specificate, tanto che esiste una clausola di salvaguardia secondo cui, se non si arriva ai numeri voluti, si procede automaticamente a eliminare alcune detrazioni fiscali. Infine, le minori spese come il taglio dei trasferimenti agli Enti Locali potrebbero essere bilanciate dalle maggiori imposte locali.

Insomma, la manovra c’è, ma la sua composizione è il frutto degli equilibri interni alla maggioranza: il «partito del Nord» che non vuole maggiori imposte sui redditi medi e una compressione relativa delle pensioni, il «partito del Sud» che non vuole i tagli alla spesa pubblica. Va anche detto che dalle opposizioni una manovra alternativa credibile non è mai stata proposta. Si sono avute anche delle autocandidature di alcuni VIP con proposta di patrimoniali più o meno marcate.

In sostanza, con questa manovra non si ha la deriva dei conti pubblici – deriva che si sarebbe potuta avere con l’aumento dei rendimenti sul debito pubblico che si trasmetteva dal mercato secondario a quello primario – ma ancora non si ha un autentico risanamento. La febbre è scesa, però la guarigione del paziente resta lontana. Il «peggio» è stato evitato, ma il «meglio» non si è ancora palesato.

(1) http://www.lavoce.info/articoli/pagina1002538.html

Per seguire tutta la vicenda della correzione dei conti pubblici:
http://www.centroeinaudi.it/il-progetto-1/ricerche-economiacentroeinaudiit-99/1228-le-manovre-di-berlusconi-iii.html