Su richiesta del Consiglio europeo del giugno 2023, la Commissione europea ha inviato l’11 ottobre una Comunicazione con cui illustra lo strumentario per affrontare le sfide prodotte dall'impatto dell’evoluzione demografica sulla competitività dell’Europa futura.  L'aspettativa di vita è aumentata grazie ai progressi sociali economici e sanitari compiuti dall'Europa negli ultimi decenni, rendendo quindi necessario costruire una "società della longevità" che rafforzi il ruolo dei cittadini anziani e promuova il benessere delle generazioni sia presenti sia future.

Il cambiamento demografico ha tuttavia anche un impatto diretto sul capitale umano dell'UE e sulla sua competitività a lungo termine. E probabile infatti che l'invecchiamento e la diminuzione della popolazione in età lavorativa aggraveranno la carenza di manodopera e aumenteranno la pressione sui bilanci pubblici. Nell'UE la popolazione raggiungerà i massimi livelli attorno al 2026, per poi ridursi gradualmente nel corso dei decenni a venire. Secondo le previsioni la popolazione in età lavorativa dell'UE diminuirà (di ben 57,4 milioni fino al 2100), mentre l'indice di dipendenza degli anziani aumenterà (dal 33 % al 60 % entro il 2100). In conseguenza di tali tendenze la quota dell'UE nella popolazione mondiale continuerà a calare (dall'attuale 6 % a meno del 4 % nel 2070), ridimensionando il ruolo geopolitico dell'UE.

Nelle previsioni l'invecchiamento della popolazione europea innalzerà peraltro il potenziale dell'economia d'argento al 28,1 % del PIL dell'UE nel 2025, con nuove prospettive in diversi settori, non ultimo quello farmaceutico e della ricerca ad esso collegata.

Fonte: Commissione europea

La carenza di manodopera nell'UE ha raggiunto il massimo storico nel 2022 e il calo della popolazione in età lavorativa è uno dei vari fattori che vi concorrono, soprattutto nelle regioni rurali.
L'attivazione del mercato del lavoro e gli aumenti delle retribuzioni nelle professioni più colpite possono attenuare l'incidenza del fenomeno. Se non sostenuto da aumenti di produttività, l'aumento del costo del lavoro può tuttavia anche influire sulla competitività delle imprese dell'UE rispetto ai concorrenti di altre grandi economie.
L’ aumento della produttività potrebbe trovare ostacoli anche nei tassi di risparmio più bassi delle generazioni più anziane, che tendono a consumare più che a investire e ad abbandonare l'attività imprenditoriale. La diminuzione della popolazione in età lavorativa riduce le entrate provenienti dalle imposte sul reddito delle persone fisiche e dai contributi sociali e fa crescere la spesa per l'assistenza sanitaria e le pensioni.

Il tema della salute è inoltre collegato alla questione ambientale, in quanto gli anziani tendono a vivere in nuclei familiari piccoli e ad avere consumi energetici più alti, con conseguente aumento delle emissioni pro capite.
Si stima che entro il 2060 il 39 % delle emissioni sarà generato da persone di età superiore ai 65 anni, che saranno anche le più esposte alle conseguenze sulla salute.

La migrazione regolare e l'integrazione dei cittadini di paesi terzi che già vivono nell'UE possono contribuire ad alleviare le pressioni sul mercato del lavoro e a dare impulso all'innovazione e all'imprenditorialità.
Se è vero che da un lato il tasso di occupazione nell'UE ha raggiunto un nuovo record, dall'altro circa il 30 % delle imprese ha segnalato carenze di manodopera e il 74 % delle PMI lamenta la mancanza di lavoratori qualificati. Il potenziamento dei percorsi di migrazione regolare verso l'UE può contribuire a colmare i posti vacanti a vantaggio anche dei paesi di origine. Per questo è necessario adottare misure volte a favorire l'incontro tra domanda e offerta di lavoro e snellire le procedure.

Tutti dovrebbero essere aiutati così da poter scegliere di avere sia una carriera che una famiglia.
Occorre ridurre almeno della metà il divario di genere a livello occupazionale rispetto al 2019: l'aumento della partecipazione delle donne al lavoro potrebbe essere una delle misure più efficaci per contrastare le conseguenze negative dell'invecchiamento della popolazione. Un'assistenza all'infanzia e un percorso di istruzione a prezzi accessibili e di alta qualità, unite a modalità di lavoro flessibili consentiranno ai genitori di conciliare vita familiare e vita professionale. Sono necessarie anche riforme fiscali e previdenziali mirate per garantire la remuneratività del lavoro.

Il potenziale dei giovani in Europa deve ancora essere pienamente realizzato. L'autonomizzazione dei giovani inizia con la promozione di un ambiente accogliente per tutti i minori tramite un sostegno al reddito dei genitori e l'accesso a servizi inclusivi e di qualità. La promozione dell'accesso dei giovani a posti di lavoro qualificati, ad alloggi a prezzi accessibili e a un tenore di vita dignitoso è fondamentale.

In una società che invecchia si devono mettere i lavoratori anziani in condizione di rimanere attivi più a lungo. Il tasso medio di occupazione dei lavoratori tra i 55 e i 64 anni è passato dal 45 % nel 2011 al 60,5 % nel 2021.
La Commissione suggerisce una maggiore adesione a regimi pensionistici integrativi .
La promozione della salute e la prevenzione delle malattie restano fattori fondamentali per una longevità sana. Pertanto l'assistenza sanitaria deve essere rafforzata e ridurre i costi, attenuando la povertà degli anziani, che colpisce soprattutto le donne.
Al fine di garantire pensioni adeguate e sostenibili, le riforme pensionistiche devono essere accompagnate da politiche di sostegno del mercato del lavoro.

Lo strumentario demografico dell’UE può dunque aiutare a mobilitare le politiche anche a livello nazionale per contrastare il fenomeno. Le scelte politiche devono incentrarsi sui principi della parità di genere, della non discriminazione e dell'equità intergenerazionale e dovrebbero essere fondate sulle realtà locali. Anche le tecnologie digitali possono rafforzare la competitività dell'Europa e concorrere a ridurre il problema demografico. L'intelligenza artificiale e l'automazione   stanno già rimodellando l'economia e i mercati del lavoro in Europa. Se ben concepite e attuate, le azioni politiche che promuovono l'innovazione e l'applicazione delle tecnologie possono avere un ruolo importante anche in questo ambito. Oltre agli strumenti normativi e ai quadri politici sopra elencati, è già disponibile da parte dell’UE una serie di strumenti di finanziamento per sostenere gli Stati, come il dispositivo per la ripresa e la resilienza, il Fondo sociale europeo Plus (FSE+) e Orizzonte Europa.

Fonte: Commissione europea