Per usare un paragone scolastico, si potrebbe dire che Bruxelles ha rimandato l’Italia sulla manovra di bilancio. Ma è in buona compagnia. Finiscono dietro la lavagna anche Germania e Francia. Con altri Paesi. Per questo il commissario all’Economia Paolo Gentiloni si affretta a dire: «Non è una bocciatura, ma un invito alla prudenza di bilancio e a utilizzare al meglio le risorse comuni europee. Noi per definizione abbiamo un rapporto costruttivo col governo italiano, come con i governi dell'Unione in generale. Questa legge di bilancio non è pienamente in linea con le raccomandazioni europee. Tradotto: non è una bocciatura». Insomma, Bruxelles per adesso non chiede una manovra correttiva al governo Meloni. Uno degli appunti riguarda la spesa che nel 2024 cresce più di quanto richiesto.
In sostanza, la Commissione ha diviso i Paesi in tre gironi: nel primo si trovano sette Paesi i cui bilanci sono in linea con le raccomandazioni dell’Ue; nel secondo si trovano nove Paesi (tra cui l'italia) i cui progetti non sono pienamente in linea; nel terzo si trovano quattro Paesi (tra cui la Francia) che rischiano di non essere in linea. Mentre Italia, Lettonia e Olanda devono essere pronti a prendere misure di consolidamento, Belgio, Finlandia, Francia e Croazia sono invitate esplicitamente a prenderle.
Ma in conclusione nessun Paese viene bocciato dalla commissione europea per la semplice ragione che non ci sono (ancora) procedure di sorveglianza e raccomandazioni strette da mettere in cantiere: le regole del patto di stabilità sono ancora sospese fino al 31 dicembre e quelle nuove sono ancora sotto un difficile negoziato.
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