Sorpresa, l'inflessibile Germania trucca i conti. Nel giorno in cui i dati economici hanno confermato il calo della produzione industriale nel Paese locomotiva d'Europa (-0,8 a luglio, -2,2% sull'anno) con riflessi per tutte le altre economie, il governo Scholz si è guadagnato il titolo di "notizia del giorno" per un altro fatto. Non proprio onorevole. La Bundesrechnungshof, la corte dei Conti tedesca, ha accusato il ministero delle finanze Christian Lindner (nella foto con il premier) di aver nascosto il vero stato di salute dei conti pubblici: il deficit secondo le prime stime sarebbe molto più alto di quello denunciato dal governo Scholz. In altre parole sarebbero stati trasferiti impegni finanziari pluriennali su strumenti finanziari speciali, creando società per redistribuire una mole di crediti tra un'ampia gamma di investitori. Il risultato? Il deficit anziché di 86 miliardi è risultato "solo" di 17. E da Bruxelles il portavoce della Commissione europea si è subito fatto sentire attraverso l'AdnKronos: "Ai Paesi membri dell'Ue non è consentito escludere "alcuna particolare spesa" dal deficit pubblico utilizzando "fondi speciali". Niente escamotage insomma. Neanche se sei la Germania. Per ora gli altri Paesi tacciono. Ma che sarebbe successo se un simile trucco lo avessero adottato la Grecia, il Portogallo e, soprattutto, l'Italia?