Dopo lo scivolone nel secondo trimestre, che ha raggelato tutti perché del tutto inatteso dopo dieci trimestri consecutivi di crescita, l’Italia conferma che la crescita si è definitivamente interrotta. Siamo alla crescita zero. Lo testimonia il dato del terzo trimestre dell’anno. L'economia – si legge nella stima preliminare dell’Istat - rimane stabile nel terzo trimestre del 2023. Anche la dinamica tendenziale risulta stabile, interrompendo una crescita che durava da dieci trimestri consecutivi. La crescita acquisita del Pil si stabilizza perciò allo 0,7%, valore uguale a quello fatto registrare nel secondo trimestre dell'anno. Il risultato è la sintesi, dal lato della produzione, di un calo del valore aggiunto dell'agricoltura, di una crescita dell'industria e di una sostanziale stabilità del settore dei servizi. Dal lato della domanda, si registra un contributo negativo della domanda al lordo delle scorte e un contributo positivo della domanda estera netta. Ma alla fine l’Italia ha fatto meglio dell’Eurozona. Che ha registrato una flessione dello 0,1% nell’ultimo trimestre. Tra i Paesi dell’Unione l'aumento maggiore è stato registrato in Lettonia (+0,6%), seguita da Belgio (+0,5%) e Spagna (+0,3%). I cali più significativi sono invece stati osservati in Irlanda (1,8%), Austria (-0,6%) e Repubblica Ceca (-0,3%).

L'indice dei prezzi

Capitolo inflazione. A ottobre, secondo le stime preliminari dell'Istat, l'inflazione evidenzia un netto calo, scendendo a +1,8%, dato che non si registrava da luglio 2021 (+1,9%) e che si confronta con il +5,3% di settembre. La diminuzione è dello 0,1% su base mensile. La drastica discesa si deve in gran parte all'andamento dei prezzi dei beni energetici, in decisa decelerazione tendenziale a causa dell'effetto statistico derivante dal confronto con ottobre 2022, quando l’inflazione raggiunse il picco del 12%. Rallenta anche il carrello della spesa: +6,3%. Ma difficile attribuire la discesa – ceem fa il ministro Urso – al carrello tricolore della spesa. Anche perché la differenza tra settembre e ottobre è appena -0,1%.

Le reazioni

Dati, PIl e inflazione, che hanno dato la stura a una serie di commenti A cominciare dal governatore (uscente) Ignazio Visco che ha giudicato il Pil dell’Eurozona insoddisfacente. Critico anche sull’Italia: "La fase di sostanziale ristagno del prodotto è proseguita in Italia anche nell'estate". Ha parlato anche il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Primo concetto: «Sull'azzeramento della crescita previsto dall'Istat per il terzo trimestre pesa la stretta monetaria della Bce». Secondo concetto: «Il sistema economico italiano, nonostante tutte le difficoltà, è riuscito a reggere di fronte alla concomitanza di tanti fattori critici. Se riusciremo ad evitare il rischio, che non sembra del tutto improbabile, di una nuova fase recessiva globale assicurando accettabili tassi di crescita, potremo realisticamente ridurre il peso del debito pubblico, creare nuove opportunità di occupazione». Chiude il commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni, con un tweet: «L'economia europea rallenta ancora nel terzo trimestre. In netto calo l'inflazione, 2,9% in ottobre. Una fase di transizione in cui servono cautela nella spesa e sostegno agli investimenti». Critiche le associazioni di categorie, più preoccupate dal dato sul Pil che dal calo dell’inflazione.