Il 5 maggio scorso l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha ufficialmente dichiarato la fine dell'emergenza sanitaria per la pandemia Covid. Ed a partire da quella data è entrato in vigore il nuovo sistema di monitoraggio connesso alla fase 3 dell'epidemia da Sars-CoV-2, istituito con Decreto 6 marzo 2023.

«Il nuovo monitoraggio - si legge sul sito www.salute.gov.it - prevede il passaggio da un sistema di valutazione del rischio ad un sistema flessibile ed adattabile rispetto alla circolazione virale, garantendo comunque l'identificazione tempestiva dei cambiamenti nelle caratteristiche di diffusione dei casi di malattia e nell'impatto sui servizi assistenziali  fornendo un'adeguata e sollecita informazione alle autorità competenti».

Con Termometro Covid Mondo Economico propone, anche ora, a fine pandemia dichiarata, i grafici sull'andamento dei casi e dei ricoveri ospedalieri aggiornati al 2 giugno scorso, anche se un confronto con quelli "ufficiali" diventa a questo punto sempre più difficile.

 

Tra le prime conseguenze dell'implementazione del sistema flessibile, si rileva, infatti, che il 25 aprile scorso è stato interrotto il calcolo ufficiale dell'indice Rt basato su casi sintomatici, proseguendo, invece, quello sui ricoveri, che, però, non fornisce una vera stima della trasmissibilità.

Certamente, la stima della diffusione diventa più incerta con i nuovi dati: la maggior parte dei casi sintomatici risulta, infatti, "invisibile" a causa dei ridotti valori assoluti di incidenza e del basso numero di tamponi (media nazionale ultima settimana 519/100mila abitanti). E l'incertezza sulla diffusione è ben evidenziata dall'ampio intervallo di confidenza ottenuto dal nostro calcolo.

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L'indicatore più affidabile rimane oggi il numero assoluto di nuovi ricoveri ospedalieri, che continua a ridursi, arrivando al 27 maggio al di sotto dei 100 ricoveri giornalieri e confermando, come ormai, da metà febbraio in avanti l'andamento dei ricoveri sia completamente indipendente dalla trasmissività.

A nostro giudizio il calcolo dell'indice Rt basato sui casi sintomatici rimane uno strumento prezioso, se calcolato con continuità, per monitorare eventuali nuovi inasprimenti del virus: fornisce, infatti, una indicazione affidabile del numero di nuovi casi, proprio nel momento in cui il contagio si sta diffondendo maggiormente.

La data del 5 maggio con la dichiarazione di fine pandemia da parte dell'Oms è, certamente, un momento per fare il punto su quanto è successo in questi tre anni. Anche per fare il punto sul lavoro di monitoraggio portato avanti con Mondo Economico, sull'importanza di avere indicazioni precise, sulla "lezione" che si può trarre da questa esperienza. Quando abbiamo pensato a realizzare questo indicatore in tempo reale dei casi, in piena pandemia, lo avevamo confrontato con il contachilometri di un'auto.

La nostra obiezione era stata: «Vorresti guidare un'auto in autostrada a 120 km orari sapendo che il contachilometri ti sta segnalando la velocità di un'ora fa? E in base a questa tu devi decidere se frenare oppure no...».

Se possiamo fare previsioni meteorologiche con sempre maggior precisione, a maggior ragione possiamo farlo in una situazione di grave pandemia come quella che abbiamo vissuto?

A nostro giudizio una delle lezioni più importanti, che si può trarre da questo drammatico periodo, è quella che bisognerebbe continuare a fare investimenti pubblici sulla ricerca nella direzione della capacità previsionale di contesti pandemici come questi.

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Non riteniamo che collettivamente, in questa situazione, si sia dato il massimo. Non abbiamo la presunzione di pensare che i calcoli pubblicati su Mondo Economico siano stati la risposta al problema; sappiamo però quante persone ne abbiano atteso i risultati quotidiani. E sappiamo quante energie abbiano richiesto per essere prodotti: nulla rispetto alla capacità di investimento che potrebbero essere messe in campo dallo Stato o dall'Unione Europea.

La domanda a questo punto, auspicando che niente di così terribile possa ripetersi, è se qualche lezione è stata imparata da questa drammatica esperienza. Sarebbe increscioso se in un'analoga situazione, che speriamo non ci sia, ci si ritrovasse a discutere se è meglio calcolare l'incidenza, oppure se l'Rt in ritardo può essere utile, oppure se ci sarà, di nuovo, un protocollo di gestione differente per ogni Paese europeo, invece, magari, di un protocollo di gestione unificato.

La pandemia è stata dichiarata, fortunatamente, finita. L'auspicio è quello di aver imparato ad investire risorse - molte risorse - per migliorare la nostra capacità previsionale, se dovesse nuovamente presentarsi, un simile evento.
Fonte: elaborazione di Stefano Terna per Mondo Economico su dati Protezione civile e ISS